10 frasi in dialetto sull’allestimento in Piazza Vecchia de I Maestri del Paesaggio
di Vecchio Daino
C’è qualcosa di rassicurante nella puntualità con cui si ripresentano le polemiche, quando Piazza Vecchia ogni anno cambia volto con le installazioni de I Maestri del paesaggio. I fronti come al solito sono contrapposti, al rigore degli integralisti della pietra si oppone la tolleranza dei fautori dell’innovazione, e in mezzo si staglia l’indifferenza degli agnostici. Nulla di nuovo sotto il Campanone.
1. Töcc i agn la stèssa söpa
Non si sa se chi pronuncia questa frase si stia lamentando per il ripetersi dell’installazione o delle diatribe. In ogni caso, non gli fa difetto l’insofferenza verso le azioni altrui. [Trad. Tutti gli anni la stessa zuppa]
2. A l’và mai bé negót
Così sbotta chi è stanco di ascoltare lamentele perloppiù ingiustificate. Peccato che la critica sia così radicata nel nostro animo che non possiamo esimerci dall’esercitarla quotidianamente, forse per fortificarla. [Trad. Non va mai bene niente]
3. I è quàter piante e du tabiòcc
Lapidario e forse ingiusto giudizio di chi ritiene di essere depositario della sapienza architettonica, che di solito esercita verbalmente, davanti a una platea di amici che ne sostengono le teorie con un entusiasmo proporzionale ai bicchieri svuotati. [Trad. Sono quattro piante e due gabbiotti]
4. Gh’è de bèl che la düra póch
I più filosofi richiamano l’attenzione sull’esigua quantità di tempo occupata dall’arredo della piazza. Chi proprio non la sopporta può evitare di vederla. Per due settimane, tutto sommato, si può fare. [Trad. C'è di bello che dura poco]
5. Pròpe ché i gh’ìa de fàl?
La sacralità di Piazza Vecchia non si discute. Vengono proposte quindi sedi alternative, alcune delle quali decisamente improbabili. Per tutti, tranne ovviamente per chi le propone. [Trad. Proprio qui dovevano farla?]
6. Se lur i è maèstri mé só professùr
Un paragone che non ha nessuna giustificazione, se non la sconfinata ammirazione che molti di noi nutrono per sé stessi. Che non è sufficiente però a garantire una laurea in architettura sulla parola. [Trad. Se loro sono maestri io sono professore]
7. L’à stöfàt
Dieci edizioni se guardiamo alla storia di Bergamo sono un’inezia, ma per alcuni sono più che abbastanza per decretare la fine dell’iniziativa, per usura degli organi della visione. O di qualche altra funzione. [Trad. Ha stufato]
8. Töcc i agn l’è pès
I nostri concittadini con spirito analitico notano anche un progressivo decadimento estetico della manifestazione. Il loro autorevole parere purtroppo in alcuni casi non ha alcun fondamento, perché la piazza in verde non l’hanno mai vista. [Trad. Tutti gli anni è peggio]
9. A mé la me piàs
Sembra strano ma c’è anche chi mostra la sua approvazione, venendo in alcuni casi tacciato di lesa bergamaschità. È dura poi spiegare che in fondo non c’è nulla di immutabile, anche se fa parte del nostro patrimonio culturale. [Trad. A me piace]
10. Ogne tat ergóta de divèrs
Amanti della consuetudine e delle abitudini radicate, ospitiamo tra noi anche forme alternative di pensiero, per le quali non è la fine del mondo se una volta all’anno si modifica provvisoriamente un angolo della nostra città. [Trad. Ogni tanto qualcosa di diverso]