Tragedia di Azzano, Matteo Scapin condannato a 6 anni e 8 mesi per omicidio colposo
La sentenza è stata letta oggi, venerdì 11 settembre, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato. L’accusa aveva chiesto 16 anni per duplice omicidio volontario e guida in stato di ebbrezza
Matteo Scapin, il 34enne di Curno accusato di aver travolto ad Azzano lungo la Cremasca i due amici Luca Carissimi (21 anni) e Matteo Ferrari (18 anni), è stato condannato a 6 anni e 8 mesi con l’accusa di omicidio colposo. La sentenza è stata letta oggi, venerdì 11 settembre, al termine del processo celebrato con rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena). Per Scapin l’accusa aveva chiesto 16 anni per duplice omicidio volontario e guida in stato di ebbrezza.
Il gip Vito di Vita, convalidando l’arresto aveva riqualificato il reato in omicidio stradale aggravato dalla fuga e dalla guida in stato di ebbrezza, disponendo gli arresti domiciliari. Il pm Raffaella Latorraca aveva però presentato ricorso al Tribunale del Riesame, che aveva ristabilito l’omicidio volontario e la misura cautelare in carcere. I difensori di Scapin, Andrea Pezzotta e Riccardo Tropea, sostenendo al contrario la tesi dell’omicidio stradale, si erano rivolti in Cassazione. I Supremi Giudici non erano entrati nel merito del reato, ma avevano annullato la misura cautelare in carcere.
Tornando ai fatti contestati a Scapin, l’episodio risale alla notte del 4 agosto 2019. Secondo l’accusa il 34enne, che da circa un anno si trova agli arresti domiciliari, urtò la Vespa sulla quale viaggiavano i due ragazzi con la sua Mini Cooper al termine di una serata al Setai di Orio al Serio. In particolare, scoppio una lite tra Scapin e Luca Carissimi e Matteo Ferrari all’esterno della discoteca. Saliti in macchina il 34enne e la fidanzata si sarebbero diretti verso casa ma lungo la strada sarebbe stato raggiunto lungo la Cremasca dove qualcuno avrebbe rotto il lunotto posteriore della Mini.
Secondo i magistrati Scapin avrebbe reagito d’istinto, cercando di investire i ragazzi per farli cadere senza arrivare ad ucciderli. Tuttavia, secondo l’accusa, è contemplabile il dolo eventuale vista la velocità a cui stavano procedendo i due mezzi. Al contrario, la difesa ha sempre sostenuto che si sia trattata di una manovra involontaria, dovuta allo spavento.