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Follia a San Paolo d’Argon: ultras minorenni minacciano gli avversari con i bastoni all'uscita dal campo

Una normale partita di calcio della Coppa Lombardia Juniores presa a pretesto per gratuito bullismo da un gruppo di adolescenti. L'intervento di accompagnatori e genitori ha evitato che la situazione degenerasse.

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Doveva essere un normalissimo pomeriggio di precampionato, un bel momento di sport fra giovani che cercano un futuro nel mondo del calcio. La partita di Coppa Lombardia disputata sabato 19 settembre al Centro Sportivo Comunale di via Colleoni a San Paolo d’Argon si è invece trasformata in una pagina brutta e allarmante, che solo per il senso responsabilità di alcuni genitori e dirigenti non ha avuto strascichi negativi. Sul terreno di gioco si sono affrontate le formazioni juniores del San Paolo d’Argon Calcio e dell’U.S. Falco di Albino, con la vittoria di quest’ultima che dopo essere andata in vantaggio per 0-4 ha subito nel finale il ritorno dei padroni di casa, con il punteggio fissato sul 3-4 conclusivo. Sul campo correttezza assoluta e nessun particolare episodio che potesse accendere gli animi, se mai a questi livelli ve fosse la necessità.

A lato del campo numero 2 dove si è disputato l’incontro, in un’area di libero accesso vicina al cimitero, si sono sono assiepati senza alcun distanziamento prudenziale (come rilevabile da un video pubblicato in rete) decine di adolescenti, più o meno coetanei dei protagonisti sul campo. Un gruppo organizzato con tanto di tamburi, fumogeni, petardi e striscioni (“Lunga vita agli ultras”). Il gruppo prima ha ricordato con cori e striscione l’amico “Barcio” (Davide Barcella, morto in un incidente in moto lo scorso febbraio), ma poi si è lasciato andare a cori violenti, ripetuti e irripetibili, all'indirizzo degli avversari. Ironia della sorte, a essere allontanati dalla tribuna prefabbricata presente nella stessa zona sono stati alcuni genitori, invitati a porsi in un’area non di pertinenza del campo da parte di un responsabile dell’impianto. «La partita deve essere a porte chiuse – le sue parole - e a casa mia si fa come dico io».

Al termine dell’incontro il gruppo dei sedicenti ultras (fra loro anche alcune ragazze) si è radunato davanti agli spogliatoi per attendere l’uscita degli avversari. Molti ragazzi erano armati di bastoni e oggetti contundenti. Il responsabile dell’impianto (cui i ragazzi sono evidentemente noti) ha richiamato all'ordine senza successo e rivolgendosi a quello che aveva assunto le sembianze del “capo” lo ha minacciato di «non giocare più nella nostra società». A vigilare sulle assurde dinamiche di un dopo partita surreale sono stati gli accompagnatori e i genitori dei ragazzi dell’U.s. Falco, che tutti insieme hanno abbandonato l’impianto “scortati” dagli adulti. Insulti e minacce sono piovuti anche per una mamma che ha raccolto il figlio in auto nelle immediate vicinanze degli spogliatoi. Il responsabile comportamento di accompagnatori, genitori e dirigenti ha evitato che venisse richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, ma restano tutti gli interrogativi riguardo a un disagio che non va per nulla sottovalutato.

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