Nuovo capolavoro di Fra Galgario all'Accademia Carrara (per sempre)
Esposto da mercoledì 21 nella sala dedicata al pittore bergamasco, è arrivato alla pinacoteca grazie alla Direzione Regionale Musei Lombardia e al Mibact
Un capolavoro di Fra Galgario entra nelle collezioni di Accademia Carrara, grazie alla Direzione Regionale Musei Lombardia e al Mibact (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo): “Ritratto di giovane gentiluomo” (1730-1735), appartenuto ai conti Marenzi Pacciani. Esposto da oggi nella sala dedicata al pittore bergamasco (al secolo Giuseppe Ghislandi, 1655-1743), il quadro rappresenta una delle testimonianze più emblematiche della ritrattistica di Fra Galgario, per equilibrio, esecuzione e capacità di fissare sulla tela con forza icastica la personalità del modello.
Il gentiluomo indossa un’elegante giacca color tortora foderata in verde, sulla quale spiccano il bianco della camicia e il nero della cravatta a farfalla e del tricorno. È immortalato a mezza figura, con la mano destra appoggiata sul fianco, in una posa che adotta gli schemi della ritrattistica ufficiale, rinunciando tuttavia a ogni intento celebrativo o encomiastico. Il dipinto è percorso da una sottile tensione psicologica innescata dal gesto, appena accennato, con cui il giovane tiene il lembo della giacca, come se volesse abbottonare meglio l’abito per darsi un contegno più adeguato al momento e rafforzata dallo sguardo impenetrabile tra lo spavaldo e l’annoiato con cui ci fissa dalla tela. Nel giovane gentiluomo si è proposto in passato di riconoscere il conte Francesco Maria Tassi, amico di Fra Galgario e suo primo biografo. Si tratta di un’ipotesi intrigante, che però non ha trovato conferme. Le vicende collezionistiche della tela, rimasta sempre a Bergamo, riconducono comunque a quella piccola nobiltà cittadina che l’artista ha ritratto per tutta la vita, coniugando l’esuberanza della tradizione coloristica veneta con la vocazione lombarda a una raffigurazione vera e fedele della realtà.
«La Direzione Regionale Musei Lombardia con questo deposito interpreta in modo dinamico e non ovvio il ruolo che le è proprio di “ripetitore sul territorio”, di lievito capace di fare crescere i musei da tutti i punti di vista, anche di quello della ricchezza delle collezioni. Che questo oggi lo si realizzi a Bergamo e in un museo cui sono particolarmente legata non può che raddoppiare la mia gioia per il buon esito dell’operazione», ha commentato Emanuela Daffra, direttore regionale Musei Lombardia.