Che Natale si prepara a Bergamo? I commercianti sono pronti, ma sarà dura...
Che Natale sarà quello di quest’anno? È inutile negarlo: davanti a ciò che stiamo vivendo, tutti (o quantomeno tanti) ce lo siamo chiesti. Riusciremo, nonostante il virus, a viverci il momento più “caldo” dell’anno? A passare serenamente, in famiglia e con le persone care, gli ultimi giorni di un 2020 che neppure il più pessimista degli astrologi aveva previsto?
«Noi siamo pronti, e lo siamo da tempo», dice Beppe Acquaroli, titolare del noto ristorante Baretto di San Vigilio e da anni “direttore artistico” delle installazioni natalizie a Bergamo per il Distretto urbano del commercio (Duc). Il coronavirus e la preoccupazione di questi giorni non hanno spento il suo ottimismo: «È un momento difficile, ma il nostro desiderio è regalare un momento di serenità ai bergamaschi. Se lo meritano. Come commercianti, poi, quello del Natale è il momento più importante dell’anno e siamo pronti a investire per fare in modo che tale rimanga». Per questi motivi, spiega Acquaroli, al momento nulla è stato cancellato: ci sarà la ruota panoramica che ha debuttato l’anno passato in Piazza Matteotti e che tanto era piaciuta a cittadini e visitatori; ci sarà il grande albero in piazza Vittorio Veneto («Sarà grande, bellissimo, e arriverà dalla Val Seriana»); ci sarà qualcosa di speciale per Città Alta, scrigno di tesori della nostra Bergamo. E ci saranno, soprattutto, le luminarie, simbolo vero e proprio del Natale: non metterle, non accenderle, sarebbe quasi un segno di malinconica resa.
L’ottimismo di Acquaroli, però, rischia di infrangersi contro l’amara realtà: a due mesi di distanza dal 25 dicembre, il coronavirus sta tornando a mettere paura ai bergamaschi. Siamo lontanissimi dalla tragedia vissuta la primavera scorsa, ma abbassare la guardia proprio ora sarebbe un errore grave, enorme, che non possiamo permetterci. Se la curva epidemiologica dovesse continuare a salire, pensare che il Natale 2020 possa essere vissuto come un Natale qualsiasi è impossibile. Lo spettro di un nuovo lockdown c’è, purtroppo.
Ma non è detto che debba per forza andare così. La speranza è l’ultima a morire, si dice. E la speranza è che, pur con tutte le precauzioni del caso, pur con mascherine e distanziamento sociale, con gel igienizzante e magari pure i coprifuoco notturni, si possa comunque godere di un pizzico di quella magia natalizia che mai come quest’anno anche i cuori più duri vorrebbero ritrovare. È quindi bello, per certi versi rassicurante, sapere quindi che a Bergamo c’è chi già da tempo, nonostante tutto, sta pensando a un modo per farci vivere un bel Natale. E se anche non dovessero esserci i mercatini e la ruota, le lucine lasciatecele. Un po’ di luce, in certi momenti, non guasta mai.