I pronto soccorso lombardi sono sotto stress, ma Bergamo per ora si salva
Guido Bertolini, coordinatore regionale Covid-19 dei pronto soccorso regionali: «Attese in pronto soccorso anche di 72 ore»
Se è vero che soprattutto in Lombardia contagi e ricoveri stanno crescendo con un andamento esponenziale, è altrettanto vero che la Bergamasca sta scampando almeno per il momento a questa seconda ondata dell’epidemia. Ieri, martedì 28 ottobre, la nostra provincia è stata quella con il più basso dato di nuovi casi di Covid rilevati in tutta la Regione. A preoccupare scienziati e personale sanitario è però in notevole incremento della pressione sugli ospedali lombardi.
Uno dei primi a lanciare nuovamente l’allarme è stato il coordinatore regionale Covid-19 dei pronto soccorso regionali, Guido Bertolini, che nell’evidenziare lo stress delle strutture sanitarie ha sottolineato che alcuni malati Covid in arrivo negli ospedali «hanno urgente bisogno di ossigeno e ventilatori. Ma in molti casi non possono essere ricoverati subito per l’assenza di letti disponibili, restando dalle 24 alle 72 ore in pronto soccorso in attesa di una destinazione».
Fortunatamente questa situazione non tocca gli ospedali bergamaschi. Al Papa Giovanni, infatti, i pazienti in terapia intensiva sono saliti da 12 a 14 (di cui 11 intubati), mentre il totale dei ricoverati è di 59 malati. Ciononostante, anche se la situazione resta gestibile, anche nella nostra provincia, numeri alla mano, i casi sono in lieve aumento: per ora al pronto soccorso dell’ospedale di Bergamo arrivano nell’arco di 24 ore una decina di pazienti sospetti Covid, di cui un paio necessitano di ricovero e di aiuti nella respirazione.