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Alla Bergamasca 63mila tamponi rapidi, ma per usarli si deve attendere ancora

Deve ancora essere messo a punto un piano operativo. Nel frattempo 28 mila test sono già stati consegnati all'Ats, il resto della fornitura arriverà nei prossimi giorni

Alla Bergamasca 63mila tamponi rapidi, ma per usarli si deve attendere ancora
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Sono 63mila i test antigenici rapidi che saranno inviati in provincia di Bergamo da Regione Lombardia, di cui 28mila già consegnati all’Ats (il resto della fornitura è atteso nei prossimi giorni). Si tratta pur sempre di tamponi nasofaringei, ma a differenza di quelli tradizionali, quelli rapidi identificano le proteine del Covid e non l’Rna. Inoltre hanno il vantaggio di fornire l’esito di un’eventuale positività in pochi minuti, nel giro di un quarto d’ora al massimo, senza esami di laboratorio.

Tuttavia, sono meno precisi di quelli molecolari e, per questa ragione, il Pirellone ha stabilità che in caso di positività la persona che si è sottoposta al test venga sottoposta anche al tampone tradizionale. Il piano della Regione è di utilizzare i test antigenici rapidi per diagnosticare velocemente casi sospetti e contatti stretti di individui positivi. Di conseguenza i test verranno distribuiti a pediatri, medici di base, pronto soccorso degli ospedali e scuole.

Manca ancora, però, un piano operativo secondo cui eseguire i test rapidi. Secondo quanto dichiarato a L’Eco di Bergamo dal presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo Guido Marinoni, i medici dovranno poter disporre di sedi esterne all’ambulatorio per poter fare i tamponi rapidi in sicurezza. Quindi non si sa ancora quando i tamponi rapidi già in dotazione all’Ats potranno essere effettivamente utilizzati. Anche perché, per il momento, non sono ancora stati distribuiti ai medici. In ogni caso i test rapidi potranno essere fatti anche da privati. Potranno farne ricorso le aziende per testare i propri dipendenti e le farmacie potranno venderli ai cittadini. Ma anche in questo caso si dovrà pazientare ancora un po’.

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