L'analisi dei numeri

Nessun boom di nascite dopo il Covid, la crisi frena le coppie pure in Bergamasca

In primavera si era ipotizzato che il lockdown avrebbe spinto molte coppie ad avere un figlio. Una previsione che i dati smentiscono

Nessun boom di nascite dopo il Covid, la crisi frena le coppie pure in Bergamasca
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L’Italia non è un Paese per giovani, e a ribadirlo sono i dati relativi alle nascite del 2020.  Come riporta il quotidiano il Giorno, all’ospedale Papa Giovanni XXIII dal 25 febbraio al 20 novembre si sono registrati 102 parti da donne positive al Covid e solo due neonati sono risultati positivi alla nascita. Complessivamente, i nuovi nati del 2020 sono stati 3.597, in calo rispetto ai 3.625 dell’anno scorso. A Brescia si contano 7.682 bimbi, un dato in linea con i 7.685 del 2019. Ma è nel lodigiano, la prima provincia italiana a diventare zona rossa, che la flessione delle nascite è più accentuata: quest’anno sono venuti alla luce 1.008 neonati, nel 2019 erano stati 1.236.

In sostanza, chi credeva di assistere a un vero e proprio boom di nascite dopo i mesi del lockdown primaverile deve ricredersi. Il Covid non ha aumentato il desiderio degli italiani di creare una famiglia, anzi, la crisi economica generata dalla pandemia pare aver ulteriormente depresso le aspirazioni delle giovani coppie.

Secondo Letizia Mencarini, professoressa di demografia alla Bocconi, firmataria di uno studio su Science con i colleghi Aassve, Cavalli, Plach e Livi Bacci, il coronavirus rappresenterà una trappola demografica. Questo perché nel 2020 nasceranno meno bimbi dell’anno scorso, quando già era stato raggiunto il minimo storico, e le previsioni per il 2021 parlano di un calo del 10 per cento.

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