Pagina di solidarietà per Dell'Utri Polemica contro il Corriere
«Orgogliosa di aver lavorato con il dottor Marcello Dell'Utri. Un uomo eccezionale». «Un lungo percorso professionale insieme, rivendicato con orgoglio». E ancora. «Carissimo, i ricordi più belli della mia vita in Publitalia sono legati a Lei. Se fosse possibile rimettere l’orologio indietro…Un abbraccio». Sono alcuni dei numerosissimi messaggi di solidarietà per Marcello dell’Utri pubblicati a pagina 26 del Corriere della Sera di mercoledì 26 giugno. I post-it si affollano attorno ad una scritta centrale blu: «Al tuo fianco Marcello». La pagina è stata acquistata come pubblicità e sono stati circa ottanta i messaggi di sostegno da parte di familiari, amici, ex collaboratori di Publitalia, fondazioni culturali ed editoriali. A comprare lo spazio sul quotidiano è stata la moglie Miranda Ratti, attiva promotrice di questa iniziativa a favore del marito, condannato in via definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Le polemiche non sono naturalmente mancate. L’iniziativa a favore dell’ex senatore di Forza Italia ha scatenato critiche e perplessità fin dalla prima mattina di giovedì sui social network e gli attacchi diretti al quotidiano di via Solferino riguardavano la scelta di aver pubblicato una pagina con messaggi di sostegno a un condannato per mafia. «Per far cassa cosa non si fa», recitava un tweet. «Sul primo giornale italiano una pagina in solidarietà ad un condannato per mafia. Basta dai, è finito tutto», diceva un altro.
Ma anche il Comitato di Redazione del Corriere della Sera non ha tardato a farsi sentire. In una nota il Cdr, pur non entrando nel merito «dei sentimenti di quanti conoscono e vogliono mostrare la loro vicinanza a una persona detenuta», scrive che «sarebbe stato più opportuno rifiutare la pagina pubblicitaria. E' comunque inaccettabile che la direzione del Corriere della Sera abbia deciso di pubblicare un testo simile senza sentire quantomeno il bisogno di prenderne le distanze. Invece si è limitato a pubblicare un pezzo di cronaca a pagina 9, ricordando semplicemente che Dell'Utri è stato condannato in via definitiva a sette anni di carcere». Secondo il Cdr, «è stato costituito un imbarazzante precedente. Da oggi, ci chiediamo, come il Corriere potrà rifiutare analoghe richieste degli amici di altri condannati per mafia, seppur meno noti di Marcello Dell'Utri. La scelta, per altro, entra in contraddizione con quanto il Corriere scrive spesso, vale a dire che queste forme di comunicazione con detenuti condannati per mafia possono trasformarsi in pericolose interferenze su indagini in corso e contribuire a creare un clima di discredito nei confronti dei magistrati e degli uomini delle forze dell'ordine impegnati contro la mafia».
Da circa due settimane Marcello dell’Utri si trova nel carcere di Parma, dopo l’estradizione del 13 giugno scorso dal Libano, luogo in cui si era rifugiato prima del verdetto finale della Corte di Cassazione. Dell'Utri è stato stretto collaboratore di Silvio Berlusconi fin dagli anni settanta, socio in Publitalia ‘80 e dirigente Fininvest. Nel 1993 fondò insieme al Cavaliere il partito di Forza Italia. Dal 1996 al 2013 è sempre stato eletto in Parlamento, prima come deputato, poi come parlamentare europeo e a partire dal 2001 come senatore (in Forza Italia o nel Popolo delle Libertà).