Quota 100 e l'effetto esodo sulla scuola bergamasca: nel 2021 ben 665 pensionamenti
Secondo le proiezioni della Cisl Scuola di Bergamo, sulla base delle domande di pensionamento raccolte, andranno in pensione 500 docenti, cui si aggiungeranno altri 165 lavoratori, tra personale Ata e altri dipendenti scolastici
La scuola bergamasca a settembre dell’anno prossimo vedrà un vero e proprio esodo del proprio personale, a causa dei pensionamenti dovuti a Quota 100. Secondo le proiezioni eseguite dalla Cisl Scuola di Bergamo, sulla base delle domande di pensionamento raccolte, in provincia saranno 500 i docenti che risulteranno assenti con la ripresa delle lezioni, cui si aggiungeranno altri 165 lavoratori, tra personale Ata e altri dipendenti scolastici, per un totale di 665 posizioni libere. Numeri preoccupanti, che gettano ombre sulle possibili carenze di organico in vista del futuro anno scolastico.
«Da tempo abbiamo espresso la nostra preoccupazione rispetto al problema dell'elevato numero annuale di docenti, personale Ata e istitutori che, raggiunto il minimo pensionistico, lasciano la scuola - spiega Paola Manzullo, segretaria generale provinciale -. È un problema che può trovare una soluzione solo attraverso una politica scolastica che valorizzi la funzione del docente e, contestualmente, apra la strada alle assunzioni del personale attraverso la previsione dei posti liberi in organico. Per l'ennesima volta sollecitiamo le istituzioni a riportare la scuola al centro degli investimenti, per sopperire ai tagli operati in passato».
A settembre del 2021, raggiunti i 62 anni di età e i 38 anni di contributi, il personale scolastico maturerà infatti i requisiti per poter andare in pensione grazie a Quota 100. L’anno scorso la parte di domande presentate avvalendosi dei requisiti di Quota 100 era pari al 49,23 per cento del totale, quest’anno toccano il 55,7 per cento.
In Lombardia le richieste di pensionamento arrivate al sindacato sono circa 6 mila, mentre a livello nazionale, come segnala sul proprio sito Cisl Scuola, sono 35.068. Un aumento di circa 1.200 domande rispetto al 2019, quando erano state in tutto 33.886. È bene precisare che questo dato non comprende il personale che cesserà dal servizio per raggiunti limiti di età, in quanto non era tenuto a presentare alcuna istanza, ma si presume che possano essere circa ulteriori 2 mila persone. Nel dettaglio, hanno chiesto di lasciare il servizio 27.592 docenti (lo scorso anno erano 26.327) e 6.887 unità di personale Ata (7.088 nel 2019). Sono invece 85 le domande presentante da personale educativo (l’anno scorso erano 78), mentre 504 sono arrivate dagli insegnanti di religione (l’anno scorso erano 393).