Prima il mancato pagamento del premio produttività, poi in mancato anticipo della cassa integrazione a settembre e il mancato pagamento degli stipendi per mancanza di liquidità. Ora per la Icar di Villa d’Adda, storica azienda in liquidazione, si apre la strada dell’amministrazione straordinaria. A rischio sono oltre 200 posti di lavoro distribuiti tra la sede di Monza, dove si trova la gran parte dei dipendenti, e quella nell’Isola Bergamasca.
Come riportano i colleghi di PrimaMerate, le prime criticità alla Icar si erano manifestate all’inizio dell’estate, salvo poi aggravarsi della situazione economica aziendale con l’arrivo della stagione autunnale. Una situazione che però i lavoratori non si spiegano, visto che l’impresa ha continuato a produrre anche durante il lockdown. Le commesse, infatti, non sono mai mancate, nonostante le difficoltà nell’approvvigionamento dei componenti non siano mancate «visto che, con la situazione che si è venuta a creare – avevano spiegato i lavoratori durante un presidio indetto alla fine di novembre -, i fornitori ci pensano due volte prima di accettare ordinativi».
La strada dell’amministrazione straordinaria per l’azienda, attiva dal 1946 nella produzione di condensatori elettrici e sistemi in bassa e media tensione, era stata preannunciata dai sindacalisti della Fim Cisl e della Fiom Cgil come scenario più plausibile. La soluzione comporterebbe la nomina di un commissario incaricato di individuare potenziali nuovi acquirenti e ai lavoratori spetterebbe la cassa integrazione straordinaria (che potrebbe arrivare a due anni).
«Le lavoratrici e i lavoratori insieme alle organizzazioni sindacali coinvolgeranno il Ministero dello Sviluppo economico e la Regione affinché si intraprenda un percorso che sia il più veloce possibile per una soluzione industriale positiva a salvaguardia dell’occupazione, delle competenze professionali e del reddito dei dipendenti», sottolineano Gabriele Fiore e Patricia Lupi, rispettivamente di Fim Cisl e Fiom Cgil.