Mancata onorificenza ai farmacisti, Paganoni: «Le minoranze hanno avuto due mesi per proporla»
Il consigliere comunale di Patto X Bergamo prende le difese del sindaco Giorgio Gori, spiegando le ragioni del perchè non avrebbe comunque premiato i farmacisti
Medici, infermieri, personale ospedaliero ausiliario e volontari riceveranno la benemerenza del Comune di Bergamo per l’impegno dimostrato soprattutto nella prima ondata del Covid. I farmacisti, invece, no. Una decisione che ha lasciato amareggiata un’intera categoria e che in città ha scatenato aspre polemiche, alimentate anche dalle opposizioni che hanno sottolineato la brutta figura del primo cittadino e chiesto un rapido ripensamento.
A prendere le difese del sindaco Gori e della giunta interviene il consigliere comunale di Patto X Bergamo Simone Paganoni, sottolineando che i gruppi di minoranza «hanno avuto almeno due mesi per presentare delle candidature, peccato che nessuno del centrodestra abbia pensato di proporre l’ordine dei farmacisti: hanno proposto benemerenze e medaglie d’oro per un ex consigliere comunale di centrodestra, un ex sindaco di centrodestra, attori, cittadini e la stessa Asst Papa Giovanni XXIII, ma non l’ordine dei farmacisti. Perché quindi attaccare la giunta se non per nascondere i propri errori e le proprie dimenticanze?».
Palazzo Frizzoni ha infatti precisato che la condizione per onorare qualcuno della benemerenza è che si riceva una sua candidatura, cosa che in questo caso non è avvenuta. In ogni caso, il consigliere Paganoni non avrebbe comunque condiviso la scelta di premiarli. «Molte sono le categorie che hanno collaborato durante la pandemia – spiega -. Premiare tutti indistintamente sarebbe stato come annacquare il significato di questa importante premiazione: sarebbe stato come un voler premiare tutti per non premiare nessuno. Nessuno nega il grande lavoro svolto dalle farmacie durante il primo lockdown, ma perché avremmo dovuto premiare loro e non gli autisti delle ambulanze? Perché i farmacisti e non il personale delle agenzie di pompe funebri che ha lavorato, tanto quanto altri, a rischio della propria vita in una situazione straordinaria per numero delle vittime e condizioni di lavoro? Perché loro e non i tanti sacerdoti che hanno alleviato sofferenze e dato l’estremo saluto in condizioni di pericolo per la loro stessa vita? Le farmacie sono aziende private e nessuno nega il loro grande impegno, le ore straordinarie di lavoro e il fatto di aver collaborato in maniera encomiabile, ma lo hanno fatto al pari di tante altre attività».
«Durante quelle terribili settimane in tanti hanno dato il loro contributo ma io credo che, per abnegazione, rischi, sacrificio e coraggio, la categoria dei medici, degli infermieri e del personale ausiliario operante nelle strutture sanitarie e socio sanitarie della città meriti di essere presa come esempio – conclude Simone Paganoni -. E poi, permettetemi, fare polemica in un momento come questo da parte di qualcuno che si lamenta per non essere stato premiato è davvero molto avvilente. Ci sono categorie di lavoratori che non incassano nulla (o quasi), ragazzi che hanno perso un anno della loro vita sociale, sportiva e scolastica, anziani reclusi in casa, ospiti delle case di riposo che non vedono i propri parenti da mesi, persone che hanno perso il lavoro e famiglie che hanno subito uno o più lutti. Ecco, a ben pensarci, forse (dico forse) non era davvero il caso di farsi promotori di questa inutile e sterile polemica per rispetto di coloro che sono stati molto, molto meno fortunati dei titolari di farmacie».