La rinascita di Ilicic, l'uomo sprofondato nel buio che ha trovato la forza per tornare
Con Roma, Bologna e Sassuolo, le sue prestazioni sono state sontuose. Sempre nel vivo del gioco, sempre a comandare le operazioni. Da leader vero
di Fabio Gennari
Quando Gasperini tocca l'argomento in sala stampa è come se i suoi occhi iniziassero a brillare di una luce strana. Diversa. Commossa. Orgogliosa. «La cosa più importante è che sta molto bene ed è tornato a divertirsi. Ha bisogno di questo per provare le sue giocate, a volte ha qualche imperfezione come nel primo tempo con il Sassuolo ma è normale. Lui c’è, sta nel vivo del gioco e tocca tanti palloni. Si prende dei rischi e questo va bene. Ci prova sempre, con lo spirito giusto. È pienamente recuperato».
Dentro quel "È pienamente recuperato" c'è tutta la straordinaria forza dell'impresa che questo dinoccolato lungagnone sloveno è riuscito a compiere. Josip Ilicic è rimasto in "lockdown" qualche mese in più degli altri, ha toccato con mano la profonda tristezza e pian piano è risalito. Non di corsa, un passo alla volta. Dal secondo tempo con la Roma in poi (eccezion fatta per il gol di Liverpool) il ragazzo è tornato davvero a stupire. Lo ha fatto a modo suo, con il calcio che gli piace e ci piace.
In campo sbuffa e cade, poi prende la palla e cerca la porta nemmeno avesse un conto in sospeso con qualcuno: nel primo tempo di Atalanta-Sassuolo sembrava in lotta con i pali della porta difesa da Consigli. Non li centrava nemmeno per sbaglio. Poi, come fanno i campioni, ad un certo punto ha messo il bene comune (la squadra) davanti a tutto e ha dipinto sul piede di Pessina (il destro) un assist che nemmeno alla Playstation sarebbe venuto meglio. Per fare gol c'è tempo, magari già oggi con il Parma: 12 mesi fa, su cross di Gosens, scaraventò in porta un sinistro al volo di rara bellezza. Alla Ilicic, quello vero.