Chiude temporaneamente il pronto soccorso della Gavazzeni: riaprirà all'Emergency Center
La chiusura è stata comunicata ad Areu. Dalla mattinata di lunedì il pronto soccorso di Humanitas Gavazzeni sarà nuovamente attivo e avrà sede nell’Emergency Center, con ingresso da via Europa
Dalle 8 di sabato 9 gennaio fino alla stessa ora di lunedì 11 gennaio, l’attuale pronto soccorso dell’Humanitas Gavazzeni resterà chiuso, in modo tale da consentire l’entrata in funzione del nuovo Emergency Center, la nuova struttura inaugurata verso la metà di dicembre. La chiusura è stata comunicata ad Areu, così come alle autorità sanitarie e civili del territorio, per garantire in modo ordinato la gestione delle emergenze durante il prossimo fine settimana. Dalla mattinata di lunedì il pronto soccorso di Humanitas Gavazzeni sarà nuovamente attivo e avrà sede nell’Emergency Center, con ingresso da via Europa, nella struttura indipendente realizzata accanto all’attuale struttura sanitaria.
L’Emergency Center è un vero e proprio “ospedale nell’ospedale”, nato dall’esperienza della prima ondata pandemica la scorsa primavera. All’epoca l’Humanitas Gavazzeni si era trasformata in poche settimane in un centro totalmente dedicato ai pazienti Covid, arrivando a curare oltre 1.000 persone e a gestire oltre 40 codici rossi al giorno in pronto soccorso. Da qui il progetto di creare una struttura flessibile, gestibile a fisarmonica, in cui è possibile aumentare i posti in terapia intensiva e sub-intensiva a seconda delle esigenze cliniche del momento.
L’Emergency Center, realizzato in 3 mesi e mezzo, è di un dipartimento di emergenza che si sviluppa su una superficie di 4 mila metri quadrati, all’interno di un edificio autonomo che contiene non soltanto l’area del pronto soccorso, ma anche locali per la terapia intensiva, la diagnostica, e camere di degenza con dotazione tecnologica di ultima generazione ed équipe specializzate nella medicina d’urgenza. Una struttura che va a rafforzare la rete dei servizi sanitari per il territorio per affrontare le emergenze presenti e future, assicurando percorsi separati ai malati con patologie infettive come il Covid-19.