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L'editoriale di Xavier Jacobelli
Un punto per continuare a viaggiare a fari spenti lassù, aspettando Udine
di Xavier Jacobelli
Ci sono partite che domini in lungo e in largo, come ha fatto l’Atalanta nel secondo tempo con il Genoa, punti a vincerle, ma potresti anche perderle in extremis e in questo caso, la beffa sarebbe atroce. Questo è stato il copione del primo pareggio 2021 dell’Atalanta, dopo quattro vittorie di fila (tre in campionato e una in Coppa Italia, 15 gol segnati e 3 subiti). Ballardini ha rimesso in carreggiata il Grifone: lo dimostrano i risultati che ha ottenuto da quando, per la quarta volta, è tornato sulla panchina rossoblù e il primo tempo del Gewiss. Nella ripresa, facendo di necessità virtù, l’allenatore del Genoa ha adottato un catenaccio d’antan, centrando il risultato che si era prefisso di ottenere sul campo di una delle squadre più in forma del momento. Va bene, va bene così, aspettando il recupero di Udine che mercoledì, in caso di successo, potrebbe consentire alla Dea di fare un triplo salto in alto.
Un anno fa, dopo 17 partite giocate, la squadra di Gasperini contava 31 punti, uno in meno rispetto a oggi, scaturiti da 9 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte con 43 gol segnati e 25 subiti. Gli attuali 32, invece, sono il frutto di 9 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte, 40 gol fatti e 22 subiti. La
differenza reti è la stessa: + 22. Per dire quanto, da una stagione all’altra, sia impressionante la regolarità di rendimento dei nerazzurri e quanto psicologicamente possa risultare corroborante continuare a viaggiare a fari spenti lassù, nei quartieri alti.
Questo è il torneo più anomalo di sempre, rivoluzionato dal Covid che ha imposto ritmi martellanti, un calendario ristretto, per non dire
dei club che, da metà febbraio, torneranno in campo nel coppe europee. La maratona nell’ultima decade di maggio premierà le squadre dall’andatura più costante. I cavalli si vedono al traguardo. L’Atalanta è messa bene.