contro le limitazioni

Lombardia in zona rossa, Fontana: «Ricorso pronto, entro martedì lo depositeremo»

Secondo il presidente della Lombardia mantenere l’indice Rt come valore preponderante per classificare il rischio delle Regioni è penalizzante. Preferibile, al contrario, l’incidenza dei nuovi casi

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È stato ufficialmente predisposto il ricorso che tra stasera (lunedì 18 gennaio) e domani mattina sarà depositato materialmente dalla Lombardia al Tar del Lazio. «Il ricorso si riferisce ai criteri di classificazione delle Regioni nelle diverse zone – ha spiegato in conferenza stampa il presidente Attilio Fontana -. Si impugna il Dpcm nella parte in cui vengono dettati i criteri per la classificazione facendo riferimento agli scenari e al livello di rischio anziché in prevalenza all’incidenza».

Il governatore lombardo ha infatti evidenziato che già in Conferenza delle Regioni questa obiezione era stata mossa al Governo, in quanto la riduzione dell’indice Rt e il suo mantenimento come criterio preponderante nella classificazione del rischio è giudicato come eccessivamente penalizzante. «Se l’Rt diventa molto più restrittivo va rivalutata anche la categoria di tutti gli altri indicatori – ha sottolineato Fontana -. Anche l’Istituto superiore di sanità ha sostenuto di mettere come parametro principale quello dell’incidenza dei nuovi casi».

Secondo il governatore l’istituzione della zona rossa in Lombardia si baserebbe su un valore dell’indice Rt «strutturalmente in ritardo. Si riferisce alla settimana che va dal 23 al 30 dicembre. Quello dell’incidenza è sicuramente un parametro molto più aggiornato e aderente alla realtà. Noi crediamo che il Governo avrebbe dovuto dare maggior peso al parametro dell’ncidenza e che le nostre richieste, supportate da tutti i presidenti di Regione e dall’ Iss avrebbero dovuto essere prese in considerazione».

«Quanto meno avrebbe dovuto essere graduato in maniera diversa questo confronto tra un parametro e l’altro – aggiunge Fontana -. L’Rt ha una prevalenza su tutti gli altri, non credo che questo possa essere accettabile perché si verificano situazioni di Regioni con grado di incidenza pari a 360 o più infettati (ogni 100 mila abitanti ndr) che sono in zona arancione e la Lombardia con 130 infetti è invece in zona rossa».

Ieri la vicepresidente e neo assessore al Welfare Letizia Moratti aveva richiesto all’Esecutivo di sospendere per 48 ore l’ordinanza che istituiva la zona rossa in Lombardia, chiedendo al Ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità anche di anticipare a martedì (19 gennaio) la rivalutazione del tanto famigerato Rt.

«Per ora non abbiamo ricevuto nessuna risposta – ha riposto ai cronisti Fontana -. Mi rendo conto che oggi è una giornata per il Governo complicata, quindi non mi sento di accusare nessuno. Nel caso in cui il Governo dovesse darci una risposta siamo pronti anche a cambiare idea sul ricorso».

Secondo quanto contenuto nel Dpcm le restrizioni dovrebbero restare in vigore per almeno 14 giorni. I lombardi possono sperare in un allentamento anticipato nei tempi, qualora le richieste avanzate dal Pirellone venissero accolte e che i parametri epidemiologici mostrassero un marcato miglioramento della curva epidemiologica. «In via del tutto eccezionale – ha specificato Attilio Fontana – Il Cts può valutare una situazione talmente migliorata tale da derogare a questo limite da due settimane»

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