«Vaccini anti-Covid, la ripartizione tenga conto anche del Pil della regione»
Letizia Moratti ha inviato una lettera al commissario straordinario all'emergenza, Domenico Arcuri, chiedendo che siano considerati quattro diversi parametri
Gallera non c’è più e la sua sostituta all’assessorato al Welfare della Regione Lombardia non la sta “toccando piano”, per dirla in tono gergale. Lunedì 18 gennaio, Letizia Moratti ha fatto una proposta sulla ripartizione delle dosi dei vaccini anti Covid alle singole regioni che fa molto discutere, per usare un eufemismo. L’assessore, anche alla luce dei ritardi alle forniture di Pfizer, ha chiesto infatti che la percentuale delle dosi sia determinata anche dal Pil della singola Regione.
Letizia Moratti ha inviato una lettera al commissario straordinario all'emergenza, Domenico Arcuri, chiedendo che per la ripartizione delle dosi siano considerati quattro diversi parametri: densità abitativa, esposizione al virus, mobilità e contributo regionale al Pil nazionale.
«La vicepresidente Moratti sulla distribuzione dei vaccini ha chiesto una serie di integrazioni che mi sembrano estremamente coerenti e logiche e ascolteremo cosa ne pensa Arcuri», ha spiegato il presidente della Regione, Attilio Fontana.
Molte le critiche delle opposizioni. Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha commentato così: «In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più».
«In questo concetto si sostanzia tutta la politica della Lega, che non ha mai smesso di essere Lega-Nord, e di certa destra connivente», ha detto il capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio a Montecitorio, Ubaldo Pagano.
«Il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi di vaccino anti-Covid suggeriti nella lettera al commissario Arcuri, i cui contenuti saranno oggetto di un confronto in conferenza Stato-Regioni, non è legato al concetto di ricchezza, bensì alla richiesta di una accelerazione nelle vaccinazioni in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese», ha poi “corretto” l’assessore al Welfare.