In zona arancione si può andare in montagna? Molti (anche autorevoli) dicono di sì
Il Dpcm e le Faq sono ambigue, le autorità confuse. Ma gli enti interessati sostengono che «se la neve non c’è si può andare a cercarla fuori Comune», quindi danno il via libera a passeggiate, ciaspolate e scialpinismo
L’incertezza sul colore delle regioni non è la sola che circonda i provvedimenti anti pandemia presi dal Governo in questa seconda andata. Tra divieti, concessioni, Faq, interpretazioni di parte e appelli al buonsenso, la possibilità di fare alcune cose piuttosto che altre trova appigli e sgambetti giorno per giorno. Come la possibilità di andare in montagna in zona arancione, colore che domani (domenica 24 gennaio) riguarda anche la Lombardia.
Un ente di parte, comunque di un certo rilievo, come Unicem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) non va tanto per il sottile: «Le Faq su seconde case e sport outdoor – evidenzia il presidente Marco Bussone – vanno nella direzione che avevamo richiesto e auspicato con il Governo. Sono di buon senso e consentono spostamenti, sempre con il massimo buon senso e contenimento assoluto del rischio contagio rispetto ai comportamenti individuali. Si possono fare ciaspolate e gite di sci alpinismo, come passeggiate, naturalmente con regole connesse al distanziamento e alla prevenzione».
Sembra facile, secondo Bussone, e non è proprio così. L’appiglio è nel punto, sul sito del Governo, dove si afferma che «è consentito per le zone arancioni e gialla recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio Comune o, in assenza di tali strutture, in Comuni limitrofi, per svolgere esclusivamente all’aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento». Se la neve in città non c’è si può cercarla in montagna, deducono gli interessanti. Anche se per raggiungerla si dovrà uscire dai confini del proprio Comune, derogando ai divieti imposti dalla zona arancione.
Alcune prefetture e questure stanno prestando il fianco a questa interpretazioni. Il questore di Cuneo Alfredo Parisi, dopo essersi consultato con alcuni colleghi, ha detto al Post che alla luce delle Faq la sua nuova interpretazione è che lo spostamento fuori dal comune per svolgere attività sportiva sia concesso, se quella determinata attività non è possibile nel proprio comune di residenza, fino al luogo «più vicino» che permetta di praticarla. E le prefetture venete si sono espresse con un beneplacito agli spostamenti fuori dal comune per l’attività all’aperto, come le ciaspolate. Un bel giallo, cercare il bianco in zona arancione.