Carenza di medici di base, le criticità ora si spostano nella Bassa Bergamasca
Per garantire l’assistenza primaria l’Ats di Bergamo ha istituito, nei luoghi dove c'è carenza di medici, postazioni di continuità assistenziale
La fragilità della medicina territoriale dovuta alla carenza dei medici di base sul territorio è un problema risaputo e atavico, anche in provincia di Bergamo. Oltre ai paesini di montagna e delle valli, diverse criticità ci sarebbero anche nella Bassa bergamasca. Come riporta l’Eco di Bergamo, a Romano di Lombardia diversi pazienti, dopo il pensionamento avvenuto il mese scorso della dottoressa Elvira Maria Bonsangue, sono costretti a recarsi per le visite dai medici delle Usca di Treviglio.
Una problematica che ha preoccupato non poco il sindaco Sebastian Nicoli, che si è mosso contattando l’Ats di Bergamo. Una possibile soluzione potrebbe essere rappresentata dalla disponibilità per i medici di continuità assistenziale di operare in ambulatori individuati sul territorio.
In ottica futura, la situazione a Romano non è poi certo delle migliori. Ad alimentare i timori del primo cittadino c’è poi anche la considerazione che diversi medici in attività in paese sono prossimi alla pensione, con il rischio che aumentino i cittadini senza un’assistenza medica. Per ovviare a questa crticità e garantire l’assistenza primaria l’Ats ha quindi deciso di istituire postazioni di continuità assistenziale per cinque giorni alla settimana e per sei ore al giorno.
In tutta la provincia di Bergamo, sono 126 i medici di assistenza primaria che hanno cessato la propria attività lo scorso anno. Ossia, circa un sesto del totale provinciale. Inoltre, 66 dei medici subentrati sono stati incaricati in modo provvisorio.