La curiosità

Partenze shock? In realtà, nei primi 15′ di gara segniamo più gol di quelli che subiamo

La sensazione è che la Dea parta spesso ad handicap con lo svantaggio ma, statisticamente, sono più le gioie che i dolori...

Partenze shock? In realtà, nei primi 15′ di gara segniamo più gol di quelli che subiamo

di Fabio Gennari

Nella sfida contro la Lazio, l’Atalanta ha subito ancora una volta gol in avvio di partita. Analizzando l’intera esperienza di Gasperini a Bergamo, tuttavia, emerge un dato importante in merito alla primissima fase delle partite: sono 48 le reti segnate entro il primo quarto d’ora di partita, a fronte delle 38 subite. In percentuale, tuttavia, il peso maggiore è per quelle subite: si tratta del 14,9% dei gol al passivo contro l’11,2% di quelli all’attivo.

Detto che in senso assoluto l’Atalanta segna di più in avvio di partita rispetto a quanto non subisca, il dettaglio degli “0-1” che arrivano quando l’arbitro ha appena fischiato è comunque un elemento importante su cui lavorare. Delle 38 reti subite, sono 31 quelle registrate in Serie A mentre per il resto si parla di Coppa Italia (3), Europa League (1) e Champions League (3).

L’avversario più cinico in questa strategia è proprio la Lazio (5 reti realizzate contro l’Atalanta nel primo quarto d’ora), davanti a Fiorentina (4) e al terzetto formato da Juventus, Roma e Udinese (3). La squadra di Inzaghi, nello scorso campionato, aveva addirittura fatto registrare uno 0-2 a Bergamo nei primi 15′ minuti di partita: era il 24 giugno 2020, l’autorete di de Roon e il gol di Milinkovic Savic furono poi ribaltati da Gosens, Malinovskyi e Palomino.

Restringendo ancora l’analisi dal punto di vista dei minuti giocati, nei primi 10′ di partita, l’Atalanta con Gasperini ha segnato e subito gli stessi gol (26), mente il saldo nei primi 5′ di gara è negativo: 17 le reti incassare, 14 quelle realizzate. La forza della squadra nerazzurra è quella di non abbattersi mai, certamente però l’impatto di una simile situazione è molto diverso quando giochi ogni tre giorni e l’esempio si è avuto, prima che con la Lazio, a Udine: se una formazione che si difende e basta va in vantaggio diventa tutto più complicato.

L’aspetto predominante in queste situazioni è quello mentale. Un approccio migliore permette di alzare la soglia dell’attenzione evitando sbavature evidenti che finiscono per complicare pesantemente le partite. La parola d’ordine, tuttavia, si chiama continuità: se anche la Dea segna molto in avvio significa che i giocatori sanno come si deve fare. Non resta che riuscirci più spesso.