Il 2020 della Dispensa Sociale di Bergamo: ben 698 quintali di cibo recuperato
Si tratta principalmente di prodotti ritirati dai supermercati, dalle aziende agroalimentari e dall’ortomercato della Celadina non più commercializzabili ma ancora commestibili, redistribuiti alle persone più fragili
La Dispensa Sociale di Bergamo, che ha sede a Redona in via Galimberti, nel 2020 ha raccolto e ridistribuito socialmente 69.780 chilogrammi di derrate alimentari. Ossia circa un terzo in più delle eccedenze raccolte l’anno precedente. Si tratta principalmente di prodotti ritirati dai supermercati, dalle aziende agroalimentari e dall’ortomercato della Celadina ancora buoni da mangiare, ma non più commercializzabili perché con difetti estetici, prossimi alla scadenza o con il packaging rovinato.
Domani, venerdì 5 febbraio, in occasione della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, la Dispensa Sociale di Bergamo promuoverà insieme ad altre 50 realtà italiane il Pride del cibo, ovvero il manifesto per la promozione del diritto al cibo di qualità e per la lotta allo spreco alimentare. L’iniziativa sarà pubblica, si svolgerà in cinque piazze italiane, e vi si potrà assistere collegandosi in streaming sulla pagina Facebook di Food Pride Torino, dalle 12 alle 13.
Tornando al cibo raccolto nella Bergamasca negli ultimi 12 mesi, i 20 volontari della Dispensa, attivi sei giorni a settimana, hanno effettuato 463 ritiri e ridistribuito i prodotti raccolti, dopo un’attenta cernita per scartare eventuali cibi non più edibili, a 21 enti beneficiari che si occupano di persone svantaggiate. Lo spreco è diventato una risorsa per le Caritas parrocchiali, le comunità per le persone fragili, le associazioni di paese e i servizi sociali.
La Dispensa Sociale si concentra prevalentemente sulla raccolta di ortofrutta (55 mila chili) e di latticini e derivati (4 mila chili), ma redistribuisce anche prodotti secchi come la pasta (8.500 chili) e bevande (1.600 litri). Dopo l’inizio dell’emergenza sanitaria si è registrata, come era prevedibile, una maggior richiesta da parte degli enti beneficiari di accedere alla distribuzione degli alimenti, ma anche una maggiore sensibilità da parte delle realtà imprenditoriali a non sprecare il cibo invenduto e a donarne una parte.
Inoltre, la lotta allo spreco, inoltre, rappresenta uno strumento d’inclusione sociale. Ai volontari impegnati tutto l’anno, infatti, si affiancano persone con disabilità o fragilità coinvolti in azioni di volontariato protetto. Un’opportunità che è stata parzialmente frenata dal Covid; tuttavia quattro persone, 3 uomini come pena alternativa e 1 donna con altro tipo di fragilità, sono state inserite nell’attività.
La Dispensa è un progetto della cooperativa sociale Namasté, realtà storica della Bergamasca, che si avvale della collaborazione dei volontari dell’associazione Ridò e di una rete di donatori, beneficiari e istituzioni locali, tra cui il Comune di Bergamo, provenienti dal territorio. Perché la lotta allo spreco dev’essere anche sostenibile: il prodotto recuperato passa dal banco del supermercato, o dell’azienda, al destinatario finale nel giro di pochi chilometri.