di Fabio Gennari
Quando arrivò dal Ludogorets nel giugno 2017, a Bergamo un po’ tutti si chiesero: «Chi el?». In effetti si conosceva poco di questo argentino venuto dalla Bulgaria che aveva già esperienza europea (6 presenze in Champions League) e costato anche una discreta cifra per la Dea dell’epoca (oltre 4 milioni di euro). Oggi Palomino ha 31 anni, nel pacchetto di difensori atalantini ha il suo posto in pianta stabile essendo uno dei quattro che ruotano e vengono considerati titolari ma ha un solo, grande problema: la continuità.
Nella marcatura sull’uomo, che sia il corpo a corpo o l’anticipo, le sue doti sono evidenti. Arcigno, a volte rude ma sempre corretto e quasi mai cattivo, il numero 6 di Gasperini ha bisogno di un riferimento per trovare le sue distanze: se gli avversari si schierano con un centravanti, il tecnico di Grugliasco sa perfettamente che con Palomino ha una buona soluzione a protezione di Gollini.
I problemi del tucumano arrivano quando l’attacco avversario “muove” molto il centravanti su tutto il fronte e gli inserimenti da dietro hanno bisogno di una lettura rapida dei potenziali pericoli. La decisione sui tempi in cui uscire alti o scappare verso la porta è spesso fondamentale per non rischiare grosso e in questi frangenti il ragazzo ha spesso dimostrato di avere dei limiti. A 31 anni è difficile capire quanto ci si possa lavorare, ma con Gasperini, che tra l’altro si fida molto di lui, non è mai detta l’ultima parola.
L’emblema del Palomino che conosciamo è la partita dello scorso campionato contro la Roma. Il suo errore tecnico a fine primo tempo favorì il gol di Dzeko per il vantaggio ospite. Da buon sudamericano, Palomino non si fece travolgere dalla sbavatura e reagì alla grande trovando la rete del pareggio a inizio ripresa. Ogni tanto capita di vedergli fare errori banali, sia in appoggio che di controllo, ma quel suo incedere generoso e anche un po’ scoordinato (le gambe ad archetto sono un suo tratto distintivo) gli permette sempre di recuperare e mettere una toppa.
La gara di oggi con il Torino sarà importante per rimettersi in moto dopo il “riposo” forzato di mercoledì a Napoli. Nel giro di quattro giorni la Dea si gioca molto in questa stagione e lui sarà al suo posto in mezzo alla difesa. Oggi con Romero e vedremo chi tra Toloi e Djimsiti, mercoledì senza il compagno ex Genoa ma con gli altri due.