L'Istituto Mario Negri lancia una raccolta fondi per la ricerca di nuovi farmaci contro l'epilessia
È una malattia del cervello che affligge circa 60 milioni di persone nel mondo e 600 mila in Italia. È spesso associata a deficit cognitivi, ansia e depressione
di Elena Conti
A partire da lunedì 8 febbraio, in occasione della Giornata Mondiale dell’Epilessia, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs lancerà una raccolta fondi per sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci contro l’epilessia, capaci di controllare e prevenire le crisi epilettiche, e di biomarcatori che siano in grado di predire l’insorgenza della malattia. Una campagna di sensibilizzazione promossa attraverso il sito e i canali social e sulla piattaforma Wishraiser per raccogliere risorse.
Il Laboratorio di Neurologia Sperimentale dell’Istituto è già impegnato nelle ricerche, con l’obiettivo di migliorare la cura di questa malattia e la qualità di vita dei pazienti. In particolare, sono già stati ottenuti buoni risultati grazie alla somministrazione di due farmaci anti-infiammatori.
«Si tratta dei farmaci Anakinra contro la interleuchina 1 e Tocilizumab contro la interleuchina 6 - spiega Annamaria Vezzani, a capo del laboratorio di Neurologia Sperimentale -, che sono stati utilizzati con successo per uso compassionevole in condizioni catastrofiche di epilessia nei bambini e nei giovani adulti con la sindrome di Fires. Questi farmaci potrebbero essere utili anche per altre condizioni cliniche associate a crisi farmacoresistenti, come ad esempio lo stato epilettico. L’attività anticonvulsiva di Anakinra è stata evidenziata per la prima volta nel nostro laboratorio e successivamente convalidata in diversi modelli di epilessia».
La ricerca segue anche un’altra direzione, quella della prevenzione dell’insorgenza della malattia. A fare da “campanello d’allarme” è una molecola infiammatoria chiamata HMGB1, che assume il ruolo di biomarcatore di epilessia farmacoresistente.
Secondo quanto osservato in laboratorio dal team della dottoressa Vezzani, «un aumento dei livelli circolanti nel sangue di HMBG1 predice lo sviluppo di epilessia nei modelli sperimentali con largo anticipo rispetto alla comparsa delle prime crisi epilettiche. Inoltre i livelli circolanti di HMBG1 possono differenziare i pazienti con crisi farmacoresistenti da coloro che invece rispondono ai farmaci antiepilettici. Basandosi su questi risultati, il nostro laboratorio sta contribuendo ad uno studio clinico prospettico multicentrico internazionale per valutare se HMGB1 può predire la comparsa di epilessia dopo un trauma cranico grave».
L’epilessia è una malattia del cervello che affligge circa 60 milioni di persone nel mondo e 600 mila in Italia. Le cause sono diverse e la malattia è spesso associata a deficit cognitivi, ansia e depressione e stigmatizzazione delle persone che ne sono affette.
I farmaci attualmente disponibili offrono un controllo prevalentemente sintomatico delle crisi epilettiche, ma comportano anche una serie di effetti collaterali e non funzionano in circa il 30% dei pazienti. Inoltre, questi farmaci non prevengono l'insorgenza della malattia nei soggetti a rischio.
Ecco perché è importante sostenere l’opera di ricerca dell’Istituto Mario Negri, per migliorare la conoscenza e il trattamento di questa malattia, arrivando persino a prevenirne l’insorgenza.