No, non si possono buttare via 3 punti così. E complimenti a Belotti per l'onestà
di Xavier Jacobelli
No, non si possono buttare via tre punti così. L'Atalanta segna tre gol in 7 minuti e poi ne prende tre, finendo addirittura nel finale di partita che l'irriducibile Toro ha cercato di vincere e ha pure rischiato di vincere se Gollini non avesse parato l'ultimo tiro di Verdi come l'ha parato.
Di sicuro, alla terza rimonta consecutiva da quando ha preso in mano la squadra, Nicola a Bergamo ha gettato le basi di un altro campionato granata. Gasp, invece, è furioso e deluso: ne ha ben donde. Non solo e non soltanto per i 6 punti collezionati nelle ultime 5 partite di campionato, ma per la sicumera, la presunzione, la superficialità con le quali la Dea ha giocato dopo avere apparentemente steso il Toro con quella partenza a razzo. La presunzione si paga a caro prezzo e, per loro fortuna, ai nerazzurri è andata ancora bene.
Né vale l'attenuante del pensiero già rivolto alla semifinale di ritorno con il Napoli, per due motivi: primo, l'approccio dell'Atalanta alla gara con i granata era stato ideale perché quei primi venti minuti sono stati spettacolari; secondo, le energie spese nella ripresa sono state sin troppe, in vista dell'atto decisivo con i partenopei per guadagnare la finale di Coppa Italia.
Eppure, meglio di così, la partita non poteva incominciare. A sbagliare è stata la difesa, con il Toro così come con la Lazio. Gasperini ha sottolineato la stanchezza generale di un gruppo che, dal 3 gennaio scorso, gioca praticamente ogni tre-quattro giorni senza soluzione di continuità. Motivazione certamente fondata, ma inseparabile compagna di viaggio delle grandi squadre impegnate su tre fronti, ma non sufficiente per giustificare il 3-3 finale. Ora è necessario ricaricare le pile; fare un bagno di umiltà; recuperare almeno Maehle, visto che per Hateboer ci sono poche probabilità che ce la faccia entro mercoledì. Questo pareggio tanto rocambolesco è una lezione che l'Atalanta manderà certamente a memoria.
In calce a un risultato che restituisce speranza nel futuro al Toro, s'impone l'elogio dell'onestà di Belotti. Sul 3-0 per la Dea, ha detto all'arbitro che Romero non aveva commesso fallo su di lui e quindi non c'erano né la punizione in favore dei granata né l'ammonizione dell'atalantino. Con il suo gesto, il capitano ha onorato la maglia granata, cancellando l'atteggiamento sbagliato assunto in occasione della gara con la Fiorentina, quando aveva determinato l'espulsione di Milenkovic. Così si fa.