L'appello di Val Seriana e Val di Scalve: «Senza impianti e senza sci si muore»
Il presidente di Promoserio ha evidenziato che «se la preoccupazione del Cts era il non volere creare assembramenti, va sottolineato che le nostre montagne sono invase dagli escursionisti. E gli assembramenti si ripetono a ogni week-end in ogni città e in ogni località turistica»
Nonostante rassicurazioni spese per settimane, a circa 12 ore dalla ripartenza degli impianti sciistici è arrivata la doccia gelata per gli operatori del settore: il Ministro della Salute Roberto Speranza ha prorogato il blocco dell’attività fino al 5 marzo. «Se il buongiorno si vede dal mattino, l’esecutivo di Draghi non ha conquistato la simpatia di una larga fetta di operatori economici della montagna – commenta duramente Maurizio Forchini, Presidente di Promoserio -. Oggi si ritrovano solo a fare i conti dei danni».
«Siamo sorpresi e amareggiati per il divieto – aggiunge Forchini -. È senza dubbio una sconfitta per chi deve controllare e gestire il fenomeno. Per le modalità in cui è avvenuto avrà delle pesanti ripercussioni sull'economia degli operatori della Val Seriana e Val di Scalve che si erano ancora una volta adeguati alle stringenti norme stabilite dal Cts con una ulteriore riduzione delle persone trasportate, il controllo degli accessi e la bigliettazione on-line. Con questa decisione, un intero sistema economico viene penalizzato. Se la preoccupazione del Cts era il non volere creare assembramento in montagna, va sottolineato che le nostre montagne sono invase da centinaia di escursionisti che, giustamente, cercano di passare giornate serene e all'aria aperta con conseguenti grossi problemi di parcheggi, e code al rientro in città. Senza contare che gli assembramenti si ripetono a ogni week-end in ogni città e in ogni località turistica».
La grave tensione economica e, di conseguenza, sociale che si sta venendo a creare in diverse realtà locali era stata segnalata al Governo precedente, al prefetto di Bergamo e al presidente della Regione proprio da Promoserio, insieme alle Comunità Montane di Val Seriana e Val di Scalve. Se l’avvio e la buona riuscita della stagione invernale è strettamente legata all’apertura degli impianti sciistici, le ricadute sull’indotto di tale attività sono molto più articolate e complesse e coinvolgono tutti gli operatori del territorio
La chiusura degli impianti in occasione delle festività natalizie e per tutto il mese di gennaio è stato un durissimo affondo per l’economia già provata della valle. «Gli enti territoriali e locali, gli impiantisti e gli operatori economici hanno ben chiara l’importanza di un’accoglienza nel pieno rispetto del distanziamento sociale, delle precauzioni anti Covid e delle norme esistenti – conclude Maurizio Forchini -. Per questo, chiedono alla politica e ai suoi rappresentanti di farsi interpreti del grave disagio economico e sociale che la decisione assunta in troppa fretta può comportare per il comprensorio».