L'intervento in Commissione

Regione rassicura: «Per ora no ad altre zone rosse locali. Non c'è pressione sugli ospedali»

Il dg del Welfare lombardo, Marco Trivelli, ha fatto il punto sia per quanto riguarda il contagio e le varianti, che per le vaccinazioni

Regione rassicura: «Per ora no ad altre zone rosse locali. Non c'è pressione sugli ospedali»
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Nel corso della Commissione Sanità della Regione Lombardia del primo pomeriggio di oggi, mercoledì 17 febbraio, il direttore generale del Welfare Marco Trivelli ha confermato che non ci saranno altre zone rosse locali oltre a quelle di Bollate, Castrezzato, Mede e Viggiù. I quattro comuni rimarranno in fascia rossa da oggi fino almeno al 24 febbraio e la decisione è stata presa per contrastare la diffusione delle temute nuove varianti del Covid.

Marco Trivelli, dg Welfare di Regione Lombardia

«A oggi, in Lombardia non c'è una situazione di pressione dal punto di vista ospedaliero. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è ancora sotto il trenta per cento, che è il livello limite, e anche i letti ordinari sono sotto l'allerta, ma è vero che i numeri sono in ascesa e il tema delle varianti è molto preoccupante», ha affermato Trivelli. Che ha poi reso noto come attualmente il numero di Covid-positivi con variante, per lo più quella inglese, sono 578. L'attenzione dovrà quindi rimanere alta per evitare il diffondersi di queste variazioni del virus, preoccupanti in quanto potrebbero ridurre o annullare l'efficacia dei vaccini attualmente disponibili.

Il direttore generale ha proseguito il suo intervento illustrando i numeri della campagna vaccinale in Regione: in questa settimana si conta di vaccinare quindicimila persone, la prossima cinquantamila e dal primo marzo fino a centomila. La prima parte della campagna vaccinale prevedrà 950 punti di somministrazione tra stabili e provvisori, pubblici e privati. Oltre a questo, il vaccino Pfizer avrà bisogno di essere conservato in appositi punti di stoccaggio già predisposti.

Trivelli ha concluso precisando che al momento non è necessario aprire altri centri vaccinali. L'obiettivo è quello di riuscire a vaccinare quante più persone nel minor tempo possibile, in maniera tale da evitare la risalita dei numeri di positivi e posti letto occupati e mantenere la situazione stabile, oltre che contenere le varianti.

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