Le ultime notizie sul caso del bimbo ucciso a Ragusa/4
Lunedì sera la madre del piccolo Loris è stata portata in Procura, con lei c'era il marito. Carabinieri e poliziotti si sono presentati all'abitazione e hanno chiesto a Veronica Stival di seguirli per un altro interrogatorio, che è durato otto ore. Al termine la mamma è stata fermata con l'accusa di omicidio di Loris. La svolta nella vicenda della morte del bambino in provincia di Ragusa è arrivata. Smentita dagli inquirenti l’ipotesi del coinvolgimento di due persone nell’omicidio, una autrice vera e propria dello strangolamento e un’altra intervenuta solo al momento dell’occultamento del corpo del bimbo nel canale del Mulino Vecchio, luogo in cui è stato poi ritrovato il 29 novembre. Veronica Stival avrebbe agito da sola.
Le incongruenze della madre. Il controllo dei tabulati telefonici da parte della Procura di Ragusa ha evidenziato una tardiva chiamata da parte di Veronica al marito Davide per informarlo della scomparsa del piccolo: Veronica avrebbe informato l’uomo solo intorno alle 16 del pomeriggio del 29 novembre, quando erano passate già quattro ore dal momento in cui Loris mancò di farsi trovare all’uscita della scuola.
Perché la signora Stival avrebbe aspettato così tanto tempo prima di informare il marito della scomparsa del figlio? È la domanda che si stanno ponendo in Procura, anche se Veronica ha già avuto modo di rispondere che tutta quell’attesa era dovuta al fatto che comunque era sicura di riuscire a ritrovare Loris in breve tempo, e che quindi sarebbe stato inutile preoccupare il marito, quel giorno in Veneto per lavoro. Delle tante incongruenze che per ora i racconti di Veronica hanno presentato, questo forse appare come l’elemento meno significativo.
È stata smentita inoltre dall’avvocato della donna, Francesco Villardita, la voce secondo la quale Veronica, alcuni anni fa, abbia tentato di suicidarsi utilizzando delle fascette di plastica analoghe a quelle che si suppone siano state utilizzate per strangolare Loris: cosa che, se confermata, avrebbe indotto diversi sospetti circa la stabilità psichica della donna nonché circa un precedente legato all’utilizzo di quel tipo di oggetti; il legale ha sottolineato come, in primo luogo, è assolutamente falso che Veronica abbia mai tentato il suicidio, né tanto meno che nella vita della donna siano rinvenibili momenti a cui è possibile collegare l’utilizzo di strumenti come le fascette in questione.
Ancora nessuna pista certa. Come accennato, si sta prendendo in considerazione l’ipotesi che ci siano due soggetti dietro alla morte di Loris, che in questo momento si stiano vicendevolmente coprendo. È una possibilità dettata dalle ricostruzioni dei fatti finora realizzate dagli inquirenti, a tratti così complesse che potrebbero davvero richiedere il coinvolgimento di due persone.
Ma al momento è solo un’ipotesi, ancora non corroborata da alcun reale elemento di fatto. La mancanza di una strada precisa da battere è evidenziata soprattutto dal fatto che, dopo nove giorni di indagini, non ci sono ancora veri e propri indagati, eccezion fatta per Orazio Fidone, l’uomo 65enne che ritrovò il corpo di Loris nel canale, il cui status di indagato è stato dettato come “atto dovuto”, secondo le dichiarazioni della Procura di giorni fa, più che per veri e propri sospetti.
Il messaggio della zia. Momenti di scompiglio sono stati generati domenica 7 dicembre, da un messaggio pubblicato su Facebook da parte della zia di Loris, Antonella Stival, che recitava: «InFausto pensiero. Bastardi costituitevi», con quella lettera maiuscola nel mezzo di una parola che creava un nome proprio, cosa che aveva portato gli inquirenti a pensare che la donna avesse delle importanti informazioni e che finalmente si fosse decisa a rivelarle. Ma la stessa Antonella ha smentito tutto poco tempo dopo, negando qualsiasi riferimento a soggetti precisi, e giustificando lo sfogo con il momento particolarmente travagliato e drammatico che la famiglia sta attraversando.