Il Festival dimentica Stefano D'Orazio, l'amarezza di Roby Facchinetti e dei Pooh
Nessuna citazione di Amadeus e Fiorello per il batterista morto a novembre, vincitore nel '90. Facchinetti: «Poco importa si sia trattato di sbadataggine, ignoranza, trascuratezza o maleducazione. Davvero, poco importano le cause. Resta, indimenticabile, il fatto»
di Giambattista Gherardi
Una presa di posizione amara e decisa, condivisa sui social da migliaia di fa. Roby Facchinetti, leader dei Pooh, non si capacita all'indomani della fine dell'edizione 2021 del Festival di Sanremo, del mancato ricordo di Stefano D'Orazio, il batterista del gruppo morto lo scorso novembre.
Un pensiero condiviso con gli altri componenti del gruppo, Red Canzian e Dodi Battaglia, che pure era in qualche modo rappresentato sul palco dell'Ariston da Riccardo Fogli, esibitosi alle 2 del mattino con Michele Zarrillo e Riccardo Fogli.
In effetti in cinque serate che hanno proposto tutto e tutti, uno spazio per ricordare la scomparsa in piena pandemia di D'Orazio andava francamente trovato. Questo l'amaro affidato da Roby Facchinetti ai social:
«Cari amici del Festival di Sanremo, cari amici della canzone italiana, ora vorremmo spendere un minuto delle nostre tante, tantissime, infinite ore di diretta per un ricordo davvero doveroso. Basterà un minuto solo, credeteci.
Ma proprio dobbiamo onorare la memoria di un grande artista, di un esponente storico della canzone italiana più famosa e celebrata anche nel mondo, di un protagonista di questo stesso palco dove ha vinto con una delle canzoni più belle che abbiano mai vinto il Festival, “Uomini soli”, di una persona bella, franca, intelligente, leale.Non possiamo insomma dimenticarci di mandare un applauso a Stefano D’Orazio, che con i Pooh ha rappresentato la stagione più fertile della nostra grande canzone italiana. Questo palco, un Festival che si chiama “della canzone”, non poteva certo scordarsi di chiedere a voi, e a chi ci segue da casa, qualche secondo di attenzione per rivolgere un pensiero e un applauso alla memoria di Stefano D’Orazio: "Ciao Stefano, non ti dimenticheremo mai".
Ieri sera sono rimasto sveglio quasi fino alle tre, cari amici, aspettando che Amadeus o chi per lui pronunciasse parole come queste. Non per presunzione, o perché fossero pretese da me, dai miei amici per sempre, da Tiziana. Ma perché il Festival di Sanremo le aveva promesse. Anzi, garantite.
Il ricordo di Stefano era nella scaletta ufficiale, sia pure a ora tarda, ed in tale veste è stato confermato anche alla stampa. Tanto che quotidiani come L’Eco di Bergamo oggi riportano sia avvenuto, avendo dovuto chiudere le pagine ben prima che il Festival arrivasse a quel punto della scaletta.
Invece, parole come quelle che ho scritto sopra, o altre comunque con lo stesso senso, né io, né i miei amici per sempre, né Tiziana, né voi le abbiamo sentite.E credo che allora non ci siano altre parole da spendere: sul Festival, i suoi autori, chi lo ha condotto. C’è solo amarezza. E poco importa si sia trattato di sbadataggine, ignoranza, trascuratezza o maleducazione. Davvero, poco importano le cause. Resta, indimenticabile, il fatto. E il mio commento al Festival di Sanremo 2021 non può che esaurirsi qui!
Buona domenica e ascoltate sempre buona musica.
Roby».