Vaccinazioni anti-Covid, le domande a cui Regione Lombardia non ha ancora risposto
Vaccinato solo il 19% degli over 80, nessun agente della polizia locale di Bergamo vaccinato, ma soprattutto non c'è alcun hub vaccinale individuato nelle Valli bergamasche per chi abita in montagna. Gli interrogativi del consigliere regionale Niccolò Carretta
Perché ,a distanza di una settimana dall’annuncio degli hub vaccinali in provincia di Bergamo, non ne sono ancora stati individuati per le valli e le montagne bergamasche? Perché la polizia locale di Bergamo è l’unica che ancora non ha ricevuto il vaccino anti-Covid?
Due degli interrogativi rimasti senza risposta a margine della Commissione Sanità convocata questa mattina (mercoledì 10 marzo) al Pirellone e per i quali il consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta non manca di sottolineare tutto il proprio disappunto. A lasciare attonito il consigliere regionale è soprattutto la proiezione, confermata dal direttore generale al Welfare Giovanni Pavesi, che vede il termine delle vaccinazioni dedicate ai lombardi con più di 80 anni nella prima metà di maggio se i ritmi si confermassero quelli visti fino a oggi.
«Un tempo troppo lungo – commenta Carretta - e comunicato improvvisamente che bisogna, senza se e senza ma, ottimizzare. Sono molto deluso dalle modalità di svolgimento della Commissione poiché non ho avuto tempo di fare tutte le domande che avrei voluto e come me, tutti i miei colleghi. Ci vuole più rispetto per l'istituzione del Consiglio regionale».
Vaccinato il 19 per cento degli over 80
Secondo i dati emersi oggi al momento è stato vaccinato il 19 per cento del totale degli over80 che hanno aderito alla campagna vaccinale. Nei magazzini lombardi è rimasto poco meno del 15 per cento di dosi della Pfizer e le nuove consegne previste per le prossime settimane si spera diano nuovo impulso alle vaccinazioni.
Certo è che alla luce di questi dati non si spiega l’ottimismo delle autorità regionali, che oggi hanno nuovamente ribadito l’intenzione di voler vaccinare tutti i lombardi aventi diritto entro giugno. «L’emergenza sanitaria è in corso – conclude Niccolò Carretta - ma è necessario che in Commissione cambi qualcosa perché è un diritto di chi rappresenta i cittadini essere a conoscenza di quel che succede sul territorio».