Ora c'è pure la truffa "dell'asfalto inglese": così hanno (quasi) fregato un'anziana vedova
Accento british per fregare anziani e piccoli imprenditori: la banda è arrivata anche al confine con la Bassa Bergamasca
Si presentano a casa, millantando di essere operai specializzati nel rifacimento di vialetti e cortili. L’accento “british” e l’aspetto distinto li aiuta a conquistare la fiducia di anziani privati, ma anche di artigiani e piccoli imprenditori. Si fanno pagare in anticipo e poi, senza attrezzature adatte e in modo completamente abusivo e irregolare, rattoppano alla bell’e meglio, quando va bene, qualche buca. Oppure, spesso, spariscono semplicemente nel nulla. Lo raccontano i colleghi di PrimaTreviglio.
I truffatori “dell’asfalto inglese” nel Cremasco
Sono arrivati anche nella nostra zona i cosiddetti truffatori “dell’asfalto inglese”: criminali trasfertisti, che si organizzano in gruppi composti spesso da soggetti scozzesi, inglesi o irlandesi, in collaborazione con “colleghi” dell’est Europa. La “tecnica” di truffa, nota ormai da alcuni anni alle forze dell’ordine, prende di mira sia anziani che piccoli imprenditori. Nei giorni scorsi sono arrivati nel Cremasco.
L’altro ieri, giovedì 11 marzo, i carabinieri della stazione di Romanengo (Cr) ne hanno fermati e denunciati ben otto: tutti disoccupati, sulla carta, ma tutti regolarmente presenti sul territorio nazionale. Uno scozzese, uno slovacco, tre polacchi e tre bulgari. La squadra si era presentata a casa di un’anziana di Salvirola, 82 anni, vedova, che in quel momento era sola in casa. Si sono qualificati come dipendenti «di una ditta di lavori stradali di Cremosano», e hanno proposto alla signora di rifarle l’asfalto del cortile di casa, a un prezzo stracciatissimo. Purché ovviamente la donna avesse pagato in anticipo e in contanti il conto: quattrocento euro.
L’intervento dei carabinieri
A sventare la truffa sono stati proprio i carabinieri, che passando casualmente davanti all’abitazione della signora hanno notato gli otto operai, piuttosto agitati alla vista della pattuglia. Hanno quindi effettuato un controllo. È apparso subito evidente che la squadra non avrebbe mai potuto, con l’attrezzatura di cui disponeva, effettuare i lavori promessi, e perlopiù una veloce verifica ha smentito che avessero un qualche tipo di legame con l’azienda della quale dicevano di essere dipendenti, e della quale spendevano il nome.
Nessun progetto, nessuna richiesta ufficiale agli uffici preposti, niente di niente. L’unica preoccupazione era incassare i 400 euro in contanti, subito. Era abbastanza per intervenire. Gli otto sono stati accompagnati al Comando Compagnia di Crema dove da ulteriori approfondimenti è emerso che uno dei tre pregiudicati è risultato essere coinvolto in altre “truffe dell’asfalto inglese” e uno dei mezzi utilizzati dalla squadra era segnalato proprio per questo motivo nelle banche dati delle forze dell’ordine. Gli otto sono stati quindi denunciati.
L’accento “british” per conquistare la fiducia delle vittime
«Quella della “truffa dell’asfalto inglese” è un tipo di raggiro che, negli ultimi anni, si è diffuso a opera di malavitosi stranieri, i cosiddetti travellers, riuniti in sodalizi di soggetti irlandesi o inglesi insieme a soggetti dell’Est Europa. Sostanzialmente la banda, si muove a bordo di un camion su cui vi sono “spartani” attrezzi da lavoro e su di un furgone che trasporta il resto della banda. Il modus operandi della banda si caratterizza per far proporre l’affare del rifacimento di una porzione dell’asfalto di proprietà ad un soggetto molto distinto e dal marcato accento inglese. L’uomo, che individua le sue vittime in privati, piccoli artigiani e piccoli imprenditori, propone loro i lavori di asfaltatura da parte della sua “ditta” a prezzi estremamente vantaggiosi, millanta collaborazioni con importanti ditte che realmente operano nella zona ove si trova la malcapitata vittima», spiega l’Arma in una nota.