Parzanica isolata da 25 giorni: «Difficoltà nel rifornirsi, quadro desolante. Aiutateci!»
La frana ha rallentato, lunedì sarà riaperta la strada Sebina Occidentale, ma le due strade comunali che collegano Parzanica con i comuni circostanti continueranno ad essere chiuse al traffico. I residenti sono ormai arrivati al limite della sopportazione
Difficoltà nel rifornirsi di prodotti alimentari o altri materiali, mancanza di turisti e clienti esterni, attività chiuse a causa del lockdown. È la condizione di profondo disagio nella quale da ormai 25 giorni sono costretti a vivere gli abitanti di Parzanica, rimasti isolati dopo l’accelerazione degli smottamenti sul monte Saresano.
Ora fortunatamente la frana sembra aver rallentato, il territorio è uscito dalla fase di “attenzione” e da lunedì sarà riaperta la strada Sebina Occidentale. Tuttavia, le due strade comunali che collegano Parzanica con i comuni circostanti continueranno ad essere chiuse al traffico e i residenti sono ormai arrivati al limite della sopportazione.
«Si fa presto a dire “portate ancora un po' di pazienza, cercate di resistere ancora un po'” – sottolineano i parzanichesi -. Per raggiungere le nostre sedi di lavoro facciamo viaggi avventurosi su e giù per le strade di emergenza prive di protezioni e di illuminazione. Si arriva alla meta già stanchi per la guida che non consente distrazioni di sorta. Identico stress al rientro a casa. L'umore è nero e non si ha voglia di portar pazienza».
Per questa ragione, pur consapevoli delle difficoltà, hanno deciso di lanciare un appello alle istituzioni e ai tecnici incaricati, chiedendo loro di fare presto. «Aiutateci! Non vogliamo che il paese si spopoli. Abbiamo fatto tanti sacrifici per restare in un paese montano come il nostro. Non vogliamo che questa fatica sia valsa a nulla».
«Riaprite il raccordo di Parzanica»
La richiesta di aiuto è stata rilanciata su Facebook da Progetto EcoSebino, nella speranza che i parzanichesi non vengano abbandonati dalle autorità.
«Ogni giorno aspettiamo la buona notizia – scrivono gli abitanti di Parzanica - la riapertura della strada a lago, anche solo per qualche ora. Ma la speranza svanisce. I tecnici ci dicono che la condizione per riaprire il raccordo di Parzanica al transito è che si raggiunga un livello di movimento analogo alla precedente fase di pre-allarme. Quando sarà non è dato saperlo. Dicono che l'unica certezza, documentata dal radar a terra, dalle mire ottiche e dai controlli giornalieri delle fessurazioni sulla strada, è che la frana sta rallentando. E questa di per sé è una buona notizia, ma non basta».
Negozi e residenti in ginocchio
In aggiunta alle difficoltà legate alle restrizioni imposte dai contagi, le poche attività presenti a Parzanica iniziano a mostrare segni non indifferenti di sofferenza a causa di questa condizione di isolamento.
«Rifornirsi di prodotti alimentari – evidenziano nell’appello - di materiali per l'edilizia, di foraggi e mangimi per le aziende agricole, di cibo per i tre allevamenti di cani di razza, tra l'altro senza acquirenti, è un'impresa ardua. Mancano turisti, residenti delle seconde case e clienti esterni che tenevano su l'economia dei due negozi, bloccato dal lockdown il servizio ristorazione dell'unica trattoria del paese e dell'agriturismo, le case vacanze non hanno ospiti. E quali le prospettive per i nostri studenti, piccoli e grandi, già penalizzati dal lungo lockdown? Come si vede il quadro è desolante».
«Il nostro artigiano che stampa appendini da circa quarant'anni, è sull'orlo di chiudere – concludono i parzanichesi -. Stringe i denti e va su e giù dalla mulattiera di Portirone con un trattore carico di cartoni che scarica sul camion che lo attende sulla rivierasca. Manca che si rompa anche il trattore, e quel poco morale rimasto se ne va. Il titolare della storica falegnameria avviata agli inizi degli anni '50 a Portirone, abita a Tavernola. Tutti i giorni fa il giro del lago, circa un'ora e mezza se va bene, per raggiungere il posto. Non si lamenta, ma non se la passa bene neppure lui. Ci hanno promesso che avrebbero messo una fermata del battello a Portirone con un pontile in sicurezza, ma finora nulla di fatto».