Le mamme (e le scarpe dei bimbi) di Nembro in piazza contro la didattica a distanza
Pezzi di stoffa su cui esprimere i disagi sono stati collocati insieme alle calzature a mo’ di testimonianza e di presenza
di Elena Conti
«Siamo bambini nembresi e abbiamo qualcosa da dire!». Così recita il volantino che pubblicizza la manifestazione che si sta tenendo in Piazza della Libertà oggi (sabato 20 marzo) dalle 8 alle 20. Una manifestazione pacifica contro la Dad, la didattica a distanza, che chiama a raccolta genitori, nonni, bambini, maestri e a chiunque voglia aderire.
A causa della zona rossa, soltanto i portavoce presiedono l’installazione, ma alle 14 hanno incontrato l’assessore all’Istruzione Graziella Picinali e il sindaco Claudio Cancelli per condividere il manifesto e la poesia scritti dai genitori dei piccoli nembresi.
Come si partecipa alla manifestazione, anche se a distanza? Ogni famiglia aderente può rappresentare ogni suo componente con un paio di scarpe. Nei punti di ritiro, tra cui il panificio Semplicemente buono, la cooperativa Gherim, l’ortofrutta Camilla, la parafarmacia e la tabaccaia Paola, si potevano prendere le stoffe su cui esprimere liberamente i disagi creati dalla Dad, scrivendo una frase detta dei bambini durante le lezioni dimostrando le loro emozioni.
«Siamo un gruppo di genitori - hanno scritto gli organizzatori nella mail indirizzata all’assessore - che di fronte alla chiusura della scuola e alla riproposizione della Dad come surrogato scolastico si è trovato a dover gestire da un giorno all'altro una situazione surreale. Noi e tanti altri genitori riteniamo che la scuola non è solo un dovere, è un diritto!».
I disagi elencati dai genitori sono diversi. In primis l’impossibilità di proseguire con la vita famigliare, dato che gli insegnanti richiedono silenzio durante le lezioni senza interferenze da parte dei fratellini. Impossibile, secondo i genitori “ostaggi” della Dad dalle 9 alle 13.
I genitori segnalano poi la mancanza di una buona connessione o di strumenti adatti per far seguire le lezioni a tutti i figli: spesso devono scegliere chi si collega e chi aspetta. Gli studenti in difficoltà peggiorano drasticamente, alimentando la noia e facendo calare l’interesse. Per le famiglie monoparentali è difficile organizzarsi senza il supporto di nonni o zii e spesso sono costretti a lasciare i bambini soli in casa. E senza il bonus babysitter, l’alternativa è tra il congedo pagato al 50 percento o la rinuncia a lavorare, soprattutto per le donne.
Ecco come comincia la poesia scritta dai genitori: «Siamo i bambini, quelli nembresi / il nostro è il più bello di tutti i paesi. / Tranquilli uscivamo con mamma e papà / ed ora rinchiusi fin quando? Chissà».