Cittadini in cerca di risposte

Sarnico, una casa del commiato... al pianoterra: scoppia la polemica degli inquilini

Gli abitanti del palazzo si dicono preoccupati dell'impatto dell'attività sulla vita del palazzo e sul valore degli immobili. Nessuno li ha informati, neanche l'amministratore: «Ci siamo trovati il cantiere aperto»

Sarnico, una casa del commiato... al pianoterra: scoppia la polemica degli inquilini
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di Federico Rota

I “cari estinti” di Sarnico rischiano di non trovare pace. Ha creato ben più di una rimostranza tra quindici inquilini di un condominio in centro al paese del Sebino la decisione di realizzare al piano terra dell’edificio una casa del commiato assai estesa, con annessi i locali per la vendita di bare e arredi funebri.

Un malcontento che nasce soprattutto dal fatto di non essere stati informati da nessuno dell’inizio dei lavori, neanche la società che amministra lo stabile, la GM di Ghirardelli G&C sas: «Ho trovato il cantiere avviato dalla sera alla mattina - denuncia un inquilino -. L’ho saputo per caso, me lo ha comunicato un conoscente che ho incontrato nel centro di Sarnico e che, tra l’altro, non abita nemmeno nel mio palazzo».

Le possibili ricadute negative sulla vita del palazzo

Secondo gli abitanti del palazzo, che ci hanno segnalato le loro preoccupazioni, aprire una casa del commiato in questo luogo sarebbe un’azione contro «ogni ragionamento e pensiero, che avrebbe pesanti ripercussioni sulla vita degli inquilini, sulle attività commerciali che sorgono nelle vicinanze e sull’immobile stesso».

«Il palazzo è abitato soprattutto da famiglie giovani - spiegano -. Molti di noi hanno acceso un mutuo per comprare casa. L’avvocato e il tecnico che ci assistono ci hanno detto che l’apertura della casa del commiato potrebbe comportare una svalutazione degli appartamenti fino anche al 60-70%. Noi però le rate del mutuo per le nostre rispettive abitazioni le stiamo pagando sul valore commerciale pieno».

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«I nostri appartamenti hanno balconi molto ampi - commenta un altro residente -, vissuti soprattutto d’estate. Fortunatamente, tra condomini andiamo d’accordo e durante il primo lockdown, quello dell’anno scorso, per combattere l’isolamento e la tristezza abbiamo anche organizzato una sorta di aperitivo, ognuno a casa propria, per poterci concedere almeno quattro chiacchierare da un balcone all’altro. Quando la casa del commiato aprirà e al pian terreno si ritroveranno parenti e conoscenti in lacrime per la scomparsa del proprio caro come potremo pensare di uscire sul balcone ad ascoltare musica, a festeggiare un compleanno o per parlare con il vicino?».

Diffide cadute nel vuoto

L’avviso di avvio del cantiere è stato affisso venerdì scorso (19 marzo) e i lavori sono iniziati il lunedì successivo, nei locali che un tempo ospitavano un supermercato Conad. Quali interventi siano in corso non è noto, tanto che i residenti temono eventuali modifiche all’estetica del palazzo senza l’approvazione dell’assemblea condominiale.

«Non ci siamo mai lamentati in passato, ma in questo caso siamo stati completamente tagliati fuori da qualsiasi decisione - aggiungono -. Non ci hanno informato su nulla, né in merito al progetto né in merito alla logistica. Le faccio un semplice esempio: per posteggiare la macchina utilizziamo stalli esterni a noi riservati protetti da una sbarra, che si apre e si chiude, dalle 8 alle 20. I carri funebri che trasporteranno le salme o eventuali furgoni o altri mezzi li potranno utilizzare o no? Come dovremo regolarci? Se una persona dovesse avere un’emergenza e dovesse mettersi al volante, ma trovasse la strada sbarrata dal carro funebre come ci dovremo comportare? Nessuno, a oggi, ci ha dato una risposta».

I condomini hanno costituito un fronte unito e promosso una raccolta firme estesa anche alle attività commerciali che sorgono nelle vicinanze, anch'esse preoccupate per l'impatto che potrebbe avere la casa del commiato nella zona. Inoltre nel tentativo di opporsi, si sono mossi anche in sede extragiudiziale con diffide inviate a Comune, Asl, nuovo affittuario e proprietario dell’immobile. «Quel che abbiamo ottenuto è stato solamente il silenzio - spiega una giovane mamma -. Pare quasi che l’apertura della casa del commiato in centro sia tenuta ben nascosta a tutti: in settimana sono andata a chiedere un intervento ai vigili, a causa dello sforamento della fascia oraria che regola l’intervallo per eseguire i lavori da parte degli operai impegnati nel cantiere, e neppure loro erano a conoscenza della realizzazione di questo intervento».

Assenza di norme specifiche

Il problema è che ad oggi manca una regolamentazione specifica a livello regionale che inquadri le case del commiato. «Rischia di passare come attività commerciale, alla pari di un supermercato - aggiungo un condomino - quando in realtà gestire il ricovero delle salme è qualcosa di ben diverso. I regolamenti condominiali "datati" non hanno norme che vietano la realizzazione di case del commiato al loro interno. Ad esempio, a Paratico, il Comune aveva concesso la possibilità di crearne ma al di fuori del centro del paese e, comunque, fuori da contesti condominiali».

Settimana prossima si svolgerà un’assemblea condominiale straordinaria per affrontare l’argomento. «Speriamo di poter finalmente visionare i documenti. Ci sarebbe bastato incontrare la società per discutere degli aspetti progettuali e ottenere rassicurazioni sull’impatto che questa nuova attività avrà sulle nostre vite. Vogliamo semplicemente tutelarci».

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