Immigrazione clandestina, poliziotto ammette e finisce ai domiciliari
L'agente Pistone confessa di aver favorito l'ingresso illegale nel nostro paese di undici persone e di aver intascato circa ottomila euro
Il sovrintendente capo della polizia di frontiera all'aeroporto di Orio al Serio, Antonino Pistone, era finito in carcere assieme a Elmonda Popa, titolare dell'agenzia “Tutti i colori del mondo”, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione e falso ideologico. Gli arresti nel contesto dell’operazione “Rainbow” (dal nome dell’agenzia della donna), che ha fatto emergere un giro d'affari sull’immigrazione, nel quale l’agente prendeva soldi dalla donna per mettere un timbro sui passaporti di connazionali albanesi, consentendo o prolungando illecitamente la loro permanenza nel nostro Paese.
Tuttavia la Popa si è vista confermare il fermo in carcere, poiché il pm Silvia Marchina ha paventato il pericolo di fuga, mentre Pistone, che ha ammesso gli illeciti commessi e si dice pentito, è già stato sospeso dal suo impiego e ha avuto gli arresti domiciliari, non essendoci pericolo di reiterazione del reato.
Sarebbero undici, secondo la pm, gli albanesi fatti entrare illecitamente in Italia dal sistema criminale dei due. L’uomo ha rivelato che aveva necessità di denaro e di aver ricevuto la proposta dalla Popa. Ha confessato di aver apposto timbri su passaporti non in regola di cittadini albanesi, inoltre ne avrebbe favorito l’ingresso sul territorio nazionale ad alcuni che non avevano i requisiti.
Pistone ha infine ammesso di aver ricevuto ottomila euro, oltre che la promessa di un “contributo” forfettario da 20mila euro, che lui ha definito “un prestito”. Per ogni ingresso illegale garantito prendeva intorno ai 750 euro.