Buona la prima

Blue Wit, da X Factor all’esordio con Edoné Dischi (un'etichetta tutta nuova)

Primo Ep per la nuova realtà focalizzata sugli artisti bergamaschi, nata nelle scorse settimane in seno al noto locale di Redona

Blue Wit, da X Factor all’esordio con Edoné Dischi (un'etichetta tutta nuova)
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Di Matteo Rizzi

«Se non possiamo fare i concerti, allora faremo i dischi»: è il grido con cui è iniziata l’avventura di Edoné Dischi, la nuova etichetta discografica focalizzata sugli artisti bergamaschi che ha visto la luce nelle scorse settimane, in seno al noto locale redonese, da anni punto di riferimento per l’arte e la cultura in città.

Annunciata a sorpresa lo scorso 24 febbraio, il primo progetto curato dall’etichetta è l’Ep d’esordio dei Blue Wit, power trio formato da Francesco Pedrinoni (voce principale, chitarra), Edoardo Nosari (seconde voci, batteria) e Manuele Mariani (basso), attualmente tra i dieci finalisti del contest organizzato da Rockit e Firestone che mette in palio uno slot sul mainstage della prossima edizione del Firenze Rock (per votarli basta andare su “roadtothemainstage.firestone.it”, sezione “il tuo talent”).

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L’Ep, intitolato “I don’t usually do this, but feel free to knock anytime” è in uscita oggi su tutte le piattaforme digitali, ed è stato anticipato dalla pubblicazione, lo scorso 9 aprile, del singolo “Butterflies”. Il lavoro contiene anche “Animation”, brano che i Blue Wit avevano già pubblicato lo scorso gennaio, oltre che due inediti e la cover di “Bad Guy” di Billie Eilish che era valsa ai ragazzi quattro sì alle ultime audizioni di X Factor, andate in onda lo scorso settembre.

Ciao ragazzi, domanda di rito: chi sono i Blue Wit, come sono nati e cosa fanno nella vita, oltre a suonare? 

Edoardo: «Siamo Francesco, Edoardo e Manuele: io attualmente studio Economia a Praga, Francesco studia Produzione Musicale ad Abbey Road e Manu vive a Bergamo e studia musica. Il progetto è nato dopo che io e Francesco ci siamo conosciuti all’Università e abbiamo iniziato a suonare insieme, circa un anno e mezzo fa».

Parlateci del vostro Ep.

Francesco: «“I don’t usually do this, but feel free to knock anytime”: è un titolo che mi piace molto, che racchiude brani scritti durante tutto il percorso della band. Ci sono dentro il primo pezzo che abbiamo scritto, che si chiama “Saloon”, e l’ultimo, che si chiama “Stormy Day”. Diciamo che quindi riassume tutto quello che abbiamo fatto in questi quasi due anni di Blue Wit. È un Ep che parla di passato, di esperienze, di amore, di avventure. Parla sostanzialmente di noi».

A livello musicale cosa dobbiamo aspettarci? 

Francesco: «Diciamo che è una sorta di avventura del Brit Rock, che passa da canzoni che possono ricordare ad esempio lo stile degli Oasis, a canzoni dall’approccio più punk, come la cover di “Bad Guy”, e comprende anche ballad come “Butterflies”».

Parlateci di questa collaborazione con Edoné. 

Francesco: «Ne siamo molto felici, ci hanno proposto loro di aiutarci con questo progetto. Noi avevamo queste canzoni in ballo da un po’ ed eravamo indecisi sul da farsi, e questa loro proposta ci ha schiarito le idee. Edoné Dischi è una nuova creazione all’interno di una realtà esistente e consolidata, che ha sempre fatto aperitivi buonissimi, panini buonissimi, concerti buonissimi e che ora farà anche dischi altrettanto buoni».

Siete reduci da un’esperienza ad X Factor.

Edoardo: «È stata un’esperienza molto importante a livello formativo, aiuta tanto a livello di crescita e di gestione delle emozioni, e ci ha dato anche una grossa mano in termini di visibilità, portando la nostra musica a più persone, allargando il bacino di utenza per condividere quello che siamo e quello che facciamo».

Avete sposato un progetto, come quello di Edonè Dischi, che punta sulle realtà locali, ma avete una vocazione prevalentemente internazionale: come concilierete queste due cose nel vostro lavoro con l’etichetta? 

Edoardo: «L’etichetta ha messo da subito in chiaro che avrebbe puntato sul locale, sfruttando la loro missione primaria che è quella di lanciare sul territorio gli artisti che volevano supportare, ma non hanno fatto mancare l’idea di promuovere ogni band su cui puntano anche e soprattutto in base al loro orientamento. In Edoné Dischi c’è ad esempio Franz Barcella che svolge anche un importante lavoro con Wild Honey, etichetta che ha al suo interno diversi artisti internazionali, quindi non mancano le competenze per provare a spingere il progetto anche all’estero, che non nascondiamo sia una delle nostre ambizioni».

C’è qualcuno in particolare che vorreste ringraziare? 

Edoardo: «Oltre a Edoné e a tutti quelli che ci stanno supportando, vorremmo rivolgere un pensiero particolare a Giacomo Colombo, che è praticamente un quarto membro della band, che ci supporta soprattutto sui contenuti fotografici e di comunicazione e che è molto coinvolto in generale in tutte le decisioni che prendiamo, e anche a Giovanni Deligios, che per amicizia e senza chiederci un soldo ha lavorato alla produzione e al mixing del nostro Ep».

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