In dieci anni i costi delle Rsa lombarde a carico delle famiglie sono aumentati del 24 per cento
La fotografia del sindacato pensionati della Cisl presenta diverse criticità: nel complesso le strutture sono costose, dislocate a macchia di leopardo nei territori, con rette e servizi non omogenei tra le provincie e tempi di accesso più o meno lunghi a seconda delle liste di attesa
Negli ultimi 10 anni nelle Rsa lombarde si sono aggiunti 6.386 posti letto abilitati, ma il costo per ogni famiglia è aumentato di circa il 24 per cento. Il dato, riportato da colleghi di PrimaTreviglio, è stato diffuso in un’analisi redatta da Fnp-Cisl Lombardia, che ha esaminato le 709 strutture di assistenza per anziani presenti in regione.
Nel complesso, si tratta di strutture mediamente costose, dislocate a macchia di leopardo nei territori, con rette e servizi non omogenei tra le provincie e tempi di accesso più o meno lunghi a seconda delle liste di attesa.
«I posti letto con la compartecipazione pubblica della spesa sono diminuiti – osserva il segretario generale Emilio Didonè - mentre sono aumentati i posti con rette totalmente a carico delle famiglie. Il quadro dell’offerta è molto frammentato e, ad oggi, non è in grado di rispondere pienamente a una domanda di servizi in crescita continua. Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo, e in Lombardia sono circa 367 mila gli anziani con più di 65 anni con limitazioni funzionali, che necessitano di cure e assistenza continua».
La fotografia delle Rsa
Secondo il “Rapporto 2020 Rsa e non autosufficienza” al 31 dicembre 2020, i posti letto accreditati nelle Rsa lombarde, cioè i posti letto autorizzati e abilitati, sono 64.933, ossia 501 posti in più rispetto al 2019. Diminuiscono ancora i posti letto contrattualizzati, quelli riconosciuti da Regione Lombardia con regolare contratto e finanziati, in parte, dal fondo sanitario regionale, che sono fermi a 57.513, ossia 90 in meno rispetto al 2019. Ovviamente, le case di riposo con posti letto contrattualizzati sono le più gettonate dalle famiglie, la Regione Lombardia contribuisce alla spesa della retta con una cifra variabile, che tiene conto della condizione sanitaria dell’ospite ricoverato.
In un mercato con una domanda in crescita, molte Rsa hanno ritenuto opportuno aumentare l’offerta proponendo posti letto solventi, cioè totalmente a carico della persona e famiglia. Nel 2020 i posti letto solventi sono saliti a 7.367 unità, 90 in più rispetto all’anno precedente. Il costo rette alberghiere sono un tema molto delicato, in assenza di vincoli normativi, con tariffe che variano di molto: si va da una retta minima media di 50,70 euro al giorno nell’Ats Montagna ad una retta media massima di 93,29 euro giorno nell’Ats città metropolitana di Milano.
In Lombardia ogni anno si spendono 1,6 miliardi
La Fnp-Cisl della Lombardia ha calcolato che la spesa sostenuta da una persona ricoverata in una Rsa lombarda ammonta a circa 24.500 euro all’anno. Se poi si moltiplica questa somma per il totale dei posti letto autorizzati, pari a 64.933, allora la spesa complessiva a carico delle persone e delle famiglie ammonta, su scala regionale, a circa 1,6 miliardi di euro.
Alla quota alberghiera a carico della famiglia va aggiunta la quota sanitaria che paga la Regione. Nei casi di persone indigenti, che non possono pagare le rette, intervengono anche i Comuni con una quota che non è stato possibile determinare con precisione ma in continuo aumento.
Per le badanti si spendono 3,2 miliardi
In Lombardia le badanti regolarmente assunte sono 74.413, circa il 40% del totale, mentre quelle irregolari sarebbero oltre 110 mila. Considerando il costo a carico della famiglia, pari a circa 17 mila euro lordi all’anno, il costo complessivo per tale comparto può arrivare a circa 3,2 miliardi di euro. Complessivamente, dunque, in Lombardia si spendono circa 4,8 miliardi l’anno per l’assistenza dei propri familiari a domicilio con assistenti familiari e per i ricoverati in Rsa.