Si guarda sempre avanti, ma i conti non tornano: la Dea ha buttato almeno otto punti
Rimuginare sulle possibilità sfumate non serve, ma è innegabile come l'Atalanta avrebbe potuto avere molti più punti
di Fabio Gennari
Premessa doverosa: l'Atalanta non è l'unica squadra che nelle prime 34 giornate di questo campionato ha perso punti importanti contro le medio-piccole del campionato. Soprattutto tra le concorrenti a un posto tra le prime quattro, ci sono esempi di sconfitte clamorose (Juventus-Benevento 0-1 e Napoli-Spezia 1-2, solo per citarne due), ma anche di pareggi inattesi (l'ultimo è quello del Cagliari a Napoli). La Dea, però, è probabilmente quella che ha vissuto quattro tra le partite più rocambolesche del campionato.
Ci sono infatti quattro pareggi che i nerazzurri avrebbero tranquillamente potuto trasformare in altrettanti successi con poco, pochissimo sforzo in più. Bologna-Atalanta 2-2 e Atalanta-Torino 3-3 sono gli emblemi di una vecchia regola del calcio che ogni volta si presenta con puntualità svizzera: se stacchi la spina, anche se sei in vantaggio di più gol il rischio di fare una figuraccia è dietro l'angolo.
Sul campo dei felsinei, lo scorso dicembre, una doppietta di Muriel mandò Atalanta e Bologna al riposo sul 2-0 per gli ospiti, ma nel finale di partita arrivò una clamorosa rimonta con il Bologna che segnò il 2-2 alle prime occasioni del match. Nella gara interna contro il Torino, la Dea passò in vantaggio per 3-0 ma due reti prima del riposo e una quasi allo scadere regalarono un punto insperato alla formazione di Nicola.
Nelle ultime due trasferte contro Roma e Sassuolo il punteggio finale è stato sempre di 1-1 ma, purtroppo per lui, il colombiano Luis Muriel è stato protagonista di errori che per un giocatore del suo livello sono davvero banali. A Roma il pallone del 2-0 è finito sul fondo da dentro l'area piccola, a Reggio Emilia è stato il portiere Consigli a ipnotizzarlo respingendo un calcio di rigore quando alla fine mancava appena un quarto d'ora.