«La materna non chiude»: l'appello dei genitori di Peia per la pace fra sindaco e parroco
Lettera aperta per «il bene dei bambini e del paese», dopo la revoca dei contributi del Comune alla Parrocchia. «Un passo indietro da entrambe le parti è dovuto, c’è bisogno di dialogo e di confronto»
di Giambattista Gherardi
Una lettera aperta per lanciare un appello al dialogo costruttivo. Dopo la polemica delle ultime settimane scoppiata fra il Comune di Peia e la Parrocchia per la gestione (e relativi contributi, a ora revocati) della locale materna parrocchiale, è la volta dei rappresentanti dei genitori, che hanno diffuso un accorato appello per riportare in paese un clima costruttivo.
«Nella riunione del 9 aprile - scrivono i genitori, ricordando recenti interviste del sindaco Silvia Bosio - ci siamo dissociati personalmente da quello fino ad allora pubblicato sui vari canali social in quanto non solo ne eravamo all’oscuro, ma non era nostra intenzione utilizzare i canali web perché non ritenuti i luoghi adatti dove discutere di questi argomenti».
Il riferimento è alla querelle sorta fra Comune e parrocchia riguardo alla materna, con l’ente pubblico che ha revocato i contributi pubblici (18.000 euro lo scorso anno), lamentando «le difficoltà che i genitori incontrano alla scuola dell’infanzia, riconducibili in particolare a una limitata offerta formativa e a stili educativi-relazionali superati e non più condivisibili». Sul tavolo anche la mancata istituzione di una commissione che potesse valutare gli aspetti didattico gestionale, con relativa rendicontazione al Comune. Sottotraccia, affermano i genitori, anche la possibile diversa dislocazione della suora oggi impegnata nella didattica, che però il prossimo anno dovrebbe andare in pensione.
«Per correttezza - scrivono ancora i genitori - abbiamo sentito entrambe le parti: qui stiamo parlando di un’amministrazione comunale e di una scuola dell’infanzia tra le quali viene a mancare collaborazione, per il bene dei bambini in primis, e successivamente del paese. Riteniamo che un passo indietro da entrambe le parti sia dovuto, c’è bisogno di dialogo e di confronto, ma non sui giornali. Nessuno mette in dubbio che si possa migliorare, ma anche questo percorso formativo aiuta i nostri bambini nell’apprendere nuove conoscenze, nel crescere stando insieme e confrontarsi con i loro “simili”, rispettando i loro tempi in base all’età fino ad arrivare a prepararli alla scuola primaria. Le maestre interpellate hanno ritenuto che non vi siano disparità sul livello d’apprendimento dei bambini che hanno frequentato la Scuola d’Infanzia di Peia».
«Ogni anno - aggiungono i genitori nella lettera recapitata in redazione - le insegnanti, oltre a far giocare i bambini liberamente e svolgere attività didattiche in classe, accompagnano i bambini alla raccolta dell'uva per poi lavorarla, alla raccolta delle castagne, nelle varie passeggiate per il paese, alla semina dell’orto. Queste attività, a differenza degli altri asili, però non vengono documentate sui social: forse una pecca, vista la realtà piccola e intima della nostra scuola dell’infanzia e della nostra comunità quindi migliorarne la comunicazione potrebbe fare la differenza. I vari chiacchiericci di paese e questa situazione non rassicurano le famiglie a stare tranquille. La collaborazione e l’aiuto economico di sicuro inciderebbero nel rinnovare la scuola dell’infanzia, perché contribuire alla sua chiusura significherebbe far morire un paese e non mantenere le basi per il futuro e tutto quello che ne segue».
La lettera si chiude con l’affermazione perentoria: «Confermiamo il regolare svolgimento dell’anno scolastico 2021/2022». È l’auspicio di tutti, anche se nel medio periodo dovrà essere affrontato “l’inverno demografico” che anche nei paesi della Val Gandino negli ultimi anni ha drasticamente ridotto numeri e prospettive.