Dopo il crollo, la manifattura bergamasca "rimbalza" ed è la migliore della Lombardia
Nel confronto con il primo trimestre del 2020 pesano gli effetti del lockdown. Segnali incoraggianti arrivano dal fronte occupazionale. La domanda in aumento fa crescere i costi delle materie prime
A pesare sulla bilancia è certamente il calo produttivo del primo lockdown, visto che se si confronta la produzione manifatturiera bergamasca del primo trimestre del 2021 con quella dello scorso anno emerge una variazione tendenziale in aumento del 10,6% per le imprese industriali con almeno 10 addetti e del 13,7% per quelle artigiane con almeno 3 addetti.
Il confronto con il quarto trimestre del 2020 offre invece un quadro diverso. L’industria evidenzia una variazione congiunturale ancora positiva, pari a una crescita dello 0,5%, ma in rallentamento rispetto alla velocità di ripresa dei trimestri precedenti. L’artigianato invece segna una flessione dell’1%, interrompendo il processo di recupero dei livelli pre-Covid.
«Il primo trimestre si confronta con un periodo dell’anno scorso che incominciava a essere sottoposto alle misure di confinamento – osserva il presidente della Camera di Commercio Carlo Mazzoleni -. La variazione tendenziale molto positiva va perciò smorzata osservando anche altri parametri, tra cui la produzione, che non ha ancora raggiunto il livello precedente alla crisi. D'altra parte, la ripresa è solidamente annunciata dalle aspettative, dagli ordini e dal fatturato. L'artigianato bergamasco presenta risultati migliori di quello regionale, inferiori comunque all'industria. Per le imprese di minori dimensioni, produzione e fatturato sono in flessione congiunturale per una serie di cause, tra cui la maggiore esposizione ai rincari delle materie prime e la minore capacità di affrontare il commercio internazionale che sta trainando l'industria».
Il comparto industriale
La manifattura bergamasca tiene meglio che nel resto delle province lombarde. Per quel che riguarda la produzione industriale, infatti, la Lombardia mostra incrementi inferiori sia dal punto di vista tendenziale (+8,7% rispetto al primo trimestre 2020) sia di quello congiunturale (+0,2% sul quarto trimestre 2020). Anche il divario rispetto ai livelli pre-Covid risulta più ampio su scala regionale, pari al -2,3%.
Il fatturato mostra variazioni in linea con quelle della produzione, registrando un aumento su base annua dell’11,6% e una lieve crescita anche rispetto al quarto trimestre dello scorso anno, pari allo 0,3% in più. I comparti che però hanno pienamente recuperato i valori precedenti alla pandemia sono una minoranza; tra questi la meccanica, la gomma-plastica e la chimica-farmaceutica, mentre si conferma in grave difficoltà la filiera della moda.
Segnali incoraggianti di uscita dalla crisi arrivano anche dal fronte degli ordinativi, sia sul mercato interno sia estero, che crescono del 14,7% dal punto di vista tendenziale e che rispetto al trimestre precedente crescono del 5,1%. Risvolto negativo di questa fase di accelerazione della domanda è l’aumento dei costi delle materie prime, cresciuti rispetto ai primi tre mesi dell’anno dell’8,5%; un incremento mai registrato nella serie storica.
Sul fronte occupazionale si registra una crescita delle assunzioni che genera un saldo occupazionale positivo dell’1,1% tra addetti in ingresso e in uscita, in parte dovuto all’avvio dei contratti con durata annuale che si concentrano all’inizio dell’anno. La variazione si conferma positiva anche al netto degli effetti stagionali: un segnale importante, che potrebbe certificare la fine della fase discendente che ha caratterizzato l’occupazione delle imprese industriali iniziata nel 2019. Prosegue anche il progressivo riassorbimento della cassa integrazione, nonostante risulti ancora utilizzata dal 22,5% delle imprese.
L’artigianato bergamasco
Il calo congiunturale evidenziato dall’artigianato manifatturiero bergamasco è probabilmente frutto di una minore reattività nello sfruttare la ripresa mondiale, anche a causa delle dimensioni ridotte delle imprese e di una minore internazionalizzazione. Tuttavia, anche in questo comparto, i risultati sono significativamente migliori rispetto alla media regionale: in Lombardia la produzione artigiana risulta in crescita del 5,5% su base annua, mentre la diminuzione congiunturale raggiunge il ‑2,2%. Ancora maggiore il divario tra performance provinciale e regionale considerando la distanza rispetto ai livelli medi del 2019, che per la Lombardia raggiunge il -11,3%.
Anche il fatturato delle imprese artigiane bergamasche si muove in linea con i livelli di produzione, registrando una crescita tendenziale del 14,5%, ma un calo congiunturale dello 0,6%. Gli aumenti del 7,2% degli ordini rispetto al trimestre precedente e del 9,3% dei costi delle materie prime sono sinonimo di una domanda in rapida crescita.
Anche nel mondo dell’artigianato il saldo tra l’inizio e la fine del trimestre mostra un aumento degli addetti dell’1%, dopo un anno in cui i livelli occupazionali delle imprese artigiane erano rimasti sostanzialmente stabili grazie a un massiccio ricorso alla cassa Integrazione, la cui percentuale di utilizzo si sta lentamente riducendo: nel primo trimestre 2021 le imprese artigiane che dichiarano di aver usato tale strumento sono il 25,8%.