Lombardia, nuove "armi" per la Polizia locale: pistole al peperoncino e termoscanner
Accolta la proposta del consigliere bergamasco Alex Galizzi, della Lega. In arrivo anche dissuasori di stordimento a contatto e guanti tattici imbottiti antitaglio
Martedì 18 maggio è stata approvata la legge regionale che potenzia gli strumenti di autotutela per gli agenti di Polizia locale rispetto alle precedenti disposizioni della legge 1 aprile 2015: questo significa che sarà aumentato l'equipaggiamento e l'armamentario di difesa a loro disposizione.
«Accolgo con piacere che, nonostante le perplessità e le contrarietà dalla Dg Sicurezza in Commissione all'indomani dell'approvazione, l'Assessorato stia dando risalto alla notizia preparandosi a predisporre i corsi previsti dalla legge», è stata la dichiarazione del consigliere bergamasco Alex Galizzi della Lega, fautore delle nuove misure.
«Con l’approvazione oggi in consiglio regionale della Lombardia della prima legge di revisione normativa ordinamentale 2021, si registrano importanti modifiche, da me personalmente proposte sul tema degli equipaggiamenti della Polizia locale – ha continuato Galizzi -. All’articolo 23, della legge regionale 1 aprile 2015, sulla Disciplina regionale dei servizi di Polizia Locale e promozione di politiche integrate di sicurezza urbana, si aggiungono altri importantissimi strumenti di autotutela per i nostri agenti».
Nello specifico, il nuovo inventario è costituito da: guanti tattici imbottiti antitaglio, dissuasori di stordimento a contatto, pistole al peperoncino, termoscanner portatili, mefisti e mascherine protettive.
«Grazie a questa mia proposta diventata legge, Regione Lombardia apre una breccia affinché lo Stato faccia la stessa cosa anche per le Forze dell'ordine, di Polizia e Guardia di Finanza – ha aggiunto il consigliere della Lega -. Dobbiamo garantire a tutti loro maggiore sicurezza operativa in modo da debellare situazioni critiche che compromettono la libertà del cittadino nelle nostre città, stazioni ferroviarie, autolinee e parchi dove troppo spesso si generano situazioni rischiose»