Ancora tanti i paletti

Ritornano le sagre, ma non tutte. Festa dell'Apparizione sì, Mercatanti più no che sì

Cesare Rossi (Anva Confesercenti) spiega perché non tutti gli appuntamenti sono uguali, nonostante il via libera arrivato con la zona bianca

Ritornano le sagre, ma non tutte. Festa dell'Apparizione sì, Mercatanti più no che sì
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di Andrea Rossetti

Con l’ingresso della Lombardia in zona bianca, avvenuto lunedì 14 giugno, anche gli organizzatori di sagre e fiere sono tornati a vedere una luce in fondo al tunnel nel quale sono entrati ormai più di un anno fa. Grazie all’approvazione di un emendamento proposto da Anva Confesercenti, infatti, anche questi appuntamenti popolari, simbolo di socialità e convivialità, tornano a essere consentiti, ovviamente nei vincoli normativi imposti dalla pandemia ancora in corso. Questo, però, non significa per forza di cose che nei prossimi mesi potremo tornare a gustarci pà e strinù o un piatto di casonsèi in uno dei tanti appuntamenti estivi che tradizionalmente animavano le estati della nostra provincia prima del maledetto 2020.

Ci sono fiere e fiere

Sebbene, infatti, le linee guida governative facciano di tutta l’erba un fascio, ci sono fiere e fiere, e poi ci sono le sagre. Non tutti questi appuntamenti sono uguali e non tutti, dunque, sottostanno a uguali regole. Lo spiega bene Cesare Rossi, vicedirettore di Consercenti Bergamo e rappresentante dei circa duemila ambulanti iscritti all’associazione nella provincia di Bergamo: «L’approvazione all’emendamento da noi presentato rappresenta sicuramente una vittoria, ma bisogna porsi una domanda: cosa si intende quando si parla di fiera? Il nostro interesse primario era permettere la ripartenza della cosiddette fiere patronali, ovvero quelle dei patroni, gestite e organizzate dai Comuni. Esempi emblematici sono la fiera di Santa Lucia o la Festa dell’Apparizione in Borgo Santa Caterina a Bergamo e quella di San Martino ad Alzano».

Le fiere patronali e le altre

Queste differenziazione restringe già il campo. «Di fiere patronali, in Bergamasca, ce ne sono tante - continua Rossi -, ma non tantissime. Ce ne sono molte altre che sono invece organizzate da privati, da associazioni, dalle Pro Loco. In questo caso il discorso è un po’ diverso...». L’esempio migliore, restando sempre a Bergamo città, è Mercatanti, che rientra in questo secondo gruppo di fiere, non essendo una fiera patronale ma un evento organizzato direttamente da Confesercenti. E per questi secondi appuntamenti la strada resta ancora in salita: «La principale difficoltà è legata all’organizzazione. Nelle fiere patronali hai l’appoggio delle Amministrazioni, in quelle “private” invece tutto è sulle spalle degli organizzatori. Anche queste, dal 14 giugno, non sono più vietate, ma la nuova regolamentazione è, comprensibilmente, più stringente e comporta un impegno, anche economico, maggiore».
Mercatanti annullato?

Proprio Rossi ci rivela infatti che, dopo aver saltato l’edizione del 2020, l’apprezzatissima Mercatanti potrebbe non essere organizzata neppure quest’anno in città. «È difficile - ammette il vicedirettore di Confesercenti -. Si tratta di un appuntamento molto amato, che porta in centro a Bergamo migliaia e migliaia di persone. La pandemia non è ancora finita purtroppo, bisogna valutarne l’opportunità. In più, con un evento di questo tipo, diventa difficile anche rispettare alcune regole, come il numero contingentato e la richiesta di perimetrare l’area della fiera».

Per quanto riguarda le fiere patronali, invece, c’è più ottimismo. Anche perché, in molti casi, sono proprio le Amministrazioni comunali a spingere affinché questo tipo di eventi riprendano. (...)

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