Cassa straordinaria per i 454 dipendenti del Cotonificio Albini: accordo azienda-sindacati
L’azienda non ha i requisiti per la cassa Covid: il fatturato del primo semestre 2021 è infatti di poco superiore alla metà di quello del 2019
Continua la crisi produttiva che ha investito il Cotonificio Albini, tanto che l’azienda tessile ha chiesto la cassa integrazione straordinaria per tutti i 454 dipendenti, quadri, impiegati e operai, al lavoro nello stabilimento di Albino.
L’azienda ha dovuto ricorrere a questa tipologia d’indennità perchè non rientra nei parametri richiesti per ottenere la cassa Covid: il fatturato del primo semestre di quest’anno è infatti di poco superiore alla metà di quello del 2019, soglia massima per accedere a questo strumento.
Ieri, mercoledì 23 giugno, i sindacati hanno chiuso un’ipotesi d’accordo con l’azienda, che è stata presentata oggi ai lavoratori. L’accordo, in particolare, prevede la rotazione mensile del personale in cassa integrazione straordinaria, l’anticipo a carico dell’azienda del trattamento senza che sia necessario aspettare l’autorizzazione del Ministero, ma anche incontri bimestrali tra le parti per rivalutare ordini e carico di lavoro. È prevista anche la prosecuzione del programma d’incentivi all’esodo o all’accompagnamento alla pensione, ormai attivo da tre mesi.
«La situazione continua ad essere seria – spiega Ennio Cornelli, della Filctem Cgil - ma contiamo di gestirla limitando i danni, percorrendo la strada delle uscite volontarie. Aspettiamo e chiediamo però un intervento da parte del Governo in merito alla crisi che stanno vivendo i settori tessile e della moda, più in difficoltà di altri per l’emergenza economica legata al Covid».