Tutti insieme alle 5 e 30 del mattino per riconquistare la città di corsa
Stamattina, venerdì 25 giugno, avrete forse visto singoli runner o gruppetti caratterizzati da una maglietta nera con una “macchia” rosa fluo lungo vie e piazze
di Marco Oldrati
Appuntamento alle 5 e 30 per riconquistare la città. Vi sembra un messaggio bellicoso? Per nulla, anzi, è quanto di più pacifico e amichevole possiate immaginare, perché l’arma per riconquistare la città che vi proponiamo è la corsa.
Ve ne avevamo già parlato l’anno scorso, quando Sabrina Severi e Sergio Bezzanti, gli organizzatori di 5:30, erano venuti a Bergamo per provare in compagnia di pochi amici – in ottemperanza alle norme sull’assembramento allora in vigore – quel che speravano quest’anno di poter realizzare con un grande afflusso di appassionati, l’idea di percorrere senza classifica, senza gara, senza stress cinque chilometri e trecento metri in compagnia di tutti coloro che volessero svegliarsi presto e trovarsi in uno stesso posto per dare vita a un’ondata di colori e di sorrisi che attraversassero la città ancora deserta e sonnecchiante.
La “prova” 2020 ha portato a una manifestazione virtuale 2021, in cui – ancora una volta nel pieno rispetto delle norme vigenti – non ci si trova tutti insieme nello stesso luogo, ma si corre in libertà e in piccoli gruppi in qualunque punto della città. Stamattina infatti avrete forse visto singoli runner o gruppetti caratterizzati da una maglietta nera con una “macchia” rosa fluo percorrere gli angoli più disparati del centro, delle periferie, di Città Alta, dei Colli e scambiarsi sguardi d’intesa con altri che portavano la stessa maglia.
È un evento che ridà fiato a un’organizzazione messa a dura prova dall’impossibilità di effettuare le manifestazioni in tutte le città d’Italia dove era stato programmato questo strano happening l’anno scorso e che ha ritrovato fiato e vita, come un corridore dopo un momento di buio e di crisi di fame o di zuccheri, grazie al fantastico e caloroso entusiasmo che ha già visto la manifestazione vincere la sua sfida più grande, quella dell’aggregazione spontanea e un po’ pazza, in nome della bellezza riconquistata.
Perché quella a cui assistiamo è come una specie di Presa della Bastiglia, una celebrazione di riconquista di libertà e di espressione della passione di molti, moltissimi che – già corridori oppure neofiti “costretti” alla corsa da palestre e piscine chiuse – hanno penato per i vincoli imposti in questi mesi dalle norme che la volontà di contenere i contagi imponeva. Una ragione più che valida, quella della prevenzione, per non radunarsi a decine o centinaia come si faceva nelle tapasciate anche cittadine a Colognola, Malpensata, Longuelo, Monterosso, Valtesse o con la mitologica Strabergamo dove addirittura si era a migliaia.
E a celebrare questa riconquista – moderata e responsabile – di libertà è arrivata anche la Giunta comunale che – come vedete – si è schierata al completo a rendere omaggio a chi ha avuto la pazienza di rispettare le regole, ma ha conservato il desiderio di correre per la città a qualsiasi orario, con il desiderio di rivedere panorami, scorci, albe, tramonti, mezzogiorni e serate percorrendo strade cittadine, ciotolati in Città Alta, scalette e sentieri sui Colli continuando ad amare Bergamo, anzi, amandola e scoprendola più di prima grazie alla velocità “moderata” che la corsa impone a forti e deboli e alla possibilità di fermarsi a guardarsi intorno senza problemi di parcheggio.
Sabrina e Sergio sono tornati a distanza di un anno a darci la scusa, il pretesto, la ragione di vedere una città silenziosa, in cui i rumori più piccoli si sentono a grande distanza, in cui sono quasi più i “matti che corrono” delle macchine in circolazione, in cui ci si saluta sbuffando oppure sorridendo davanti a una fontanella anche se non ci si conosce.
Li ringraziamo, perché ci hanno donato ancora una volta un ottimo motivo per diventare consapevoli di una fortuna, la bellezza di Bergamo, e di un’opportunità, la corsa come occasione per vedere questa bellezza, due cose – fortuna e opportunità – che lo stress e l’abitudine spesso ci porta via e che Sergio e Sabrina hanno saputo far rinascere in un modo semplicissimo, quello di ritrovarsi a fare un gesto di condivisione, quello di alzarsi, di guardare fuori e di dire “ci provo”, vincendo la sonnolenza, la pigrizia, il luogo comune che certe cose le fanno soltanto dei personaggi fo de co come direbbe il nostro cultore della lingua bergamasca Vecchio Daino che scrive qualche pagina prima di noi.
E nel ringraziarli, ringraziamo la responsabilità dei corridori bergamaschi che hanno saputo accettare le limitazioni, la pazienza amareggiata degli organizzatori di manifestazioni che hanno dovuto piegarsi alle norme, lo spirito e l’amore per lo sport e il movimento all’aria aperta che frequentatori di palestre e piscine hanno avuto la chance di continuare a provare uscendo dalla loro comfort zone e avventurandosi con le scarpette per i mille percorsi da loro corsi e percorsi in questi mesi.
Il Covid è ancora presente, non è sparito, ma vaccini, senso di responsabilità e rispetto delle regole ci hanno dato la possibilità di ritrovarci alle 5 e 30 stamattina un po’ ovunque per rispondere alla “chiamata alle armi” di Sabrina e Sergio. Li aspettiamo qui l’anno prossimo per radunarci – ce lo auguriamo di cuore – tutti nello stesso posto a urlare la nostra voglia di correre e di stare insieme.