Alluvione di Longuelo: dopo 5 anni i residenti aspettano ancora la realizzazione delle vasche
Il 26 giugno del 2016 il quartiere fu devastato da un nubifragio: nessun morto o ferito grave, ma ci furono danni da milioni di euro
A che punto sono il consolidamento del canale scaricatore di Astino e la costruzione delle vasche in grado di accumulare l’acqua in eccesso che rogge e scolmatori non sono in grado di smaltire quando si verificano bombe d’acqua?
Se lo domandano il Comitato degli alluvionati e Vivere Longuelo, in una lettera aperta inviata al sindaco Giorgio Gori nella quale chiedono la realizzazione delle opere necessarie a mettere in sicurezza il quartiere e i suoi abitanti. Perché, nonostante i proclami, sono ormai cinque anni che chi vive a Longuelo, oppure ha un negozio nel quartiere, ogni volta che c’è un temporale più violento del normale non può far altro che affidarsi alla buona sorte. Oppure tenere a portata di mano «paratie gialle a protezione di box e locali interrati».
L’alluvione del 2016
Il 26 giugno del 2016 un nubifragio investì Bergamo, devastando Longuelo: il bilancio finale non conteggiò feriti gravi o vittime, ma i pianterreni e quelli interrati di svariati condomini e immobili si allagarono completamente, con danni milionari.
Le cause furono molteplici: dall’intensità non comune delle piogge alla mancata manutenzione del reticolo idrico. Ma anche l’attività di un cantiere Uniacque per la posa di un nuovo collettore fognario nella Val d’Astino che interferì con l’Alveo del Rio Lavanderio, oltre a dissesti lungo l’argine del canale di gronda Nord-Ovest e della Roggia Curna, nel tratto parallelo a via del Celtro.
E le vasche?
La necessità di realizzare invasi di laminazione e vasche in grado d’accumulare i volumi d’acqua in eccesso era stata sottolineata sia da un’analisi commissionata dal Comitato degli alluvionati a un gruppo di professionisti, consegnata a Palazzo Frizzoni nel 2016, sia da uno studio affidato dal Comune e dal Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca all’Università di Pavia, completato l’anno successivo. Entrambi evidenziavano come la sola manutenzione del reticolo idrico non fosse sufficiente a evitare allagamenti.
«Nonostante un finanziamento dello Stato di circa 2 milioni di euro – denunciano gli abitanti di Longuelo – ad oggi nessuna delle tre vasche è stata realizzata. Il cantiere della prima, quella nei campi della Val d’Astino, è stato installato a ottobre 2020 ma sono più i giorni in cui è privo di qualsivoglia attività rispetto a quelli in cui si sono viste maestranze all’opera».
I comitati temono poi che per le altre due vasche, quella nella zona della trattoria Lozza e del Golf Club e quella nei campi di via del Celtro, non si possa neanche ipotizzare una possibile tempistica, tenendo conto che si è fermi alla fase di progettazione di fattibilità.
L’ostruzione della roggia Curna è abusiva o no?
Vi è poi un’ulteriore criticità: dai sopralluoghi emerse che la Roggia Curna, in corrispondenza della cascina Bechela, era ostruita da alcuni massi ciclopici posizionati dall’uomo. «Intervento autorizzato o abusivo?», si domandarono i residenti senza ottenere alcuna risposta.
Massi che tra l’altro, fino a qualche tempo fa, erano ancora al loro posto «nonostante le valutazioni sulla necessità della rimozione e del ripristino del naturale corso della Roggia – sottolineano i Comitati nella lettera inviata al sindaco -. Pare che l’ostacolo sia irremovibile, nonostante sia funzionale solo a chi abita la cascina, in barba alla sicurezza del resto del quartiere».
Il problema non si ferma a questo punto della Roggia, ma si estendono al Golf Club dove l’alveo viene intubato. «Anche in questo caso, sin dai primi rilievi effettuati ormai quattro anni fa, è emersa l’inadeguatezza dell’opera. Altro problema noto da tempo per il quale non risulta vi sia all’orizzonte nessuna ipotesi risolutiva».