il rimbalzo

Mercato del lavoro: ad aprile le assunzioni in provincia triplicano rispetto al 2020

Le assunzioni balzano da 3.316 a 9.564. Fanno da traino le costruzioni e l’industria, col contributo costante del settore agricolo

Mercato del lavoro: ad aprile le assunzioni in provincia triplicano rispetto al 2020
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Ad aprile le assunzioni in provincia di Bergamo sono quasi triplicate rispetto ai livelli di minimo storico segnati nello stesso mese del 2020, balzando da 3.316 a 9.564. Più significativo è il confronto con il periodo pre-Covid e anche in questo caso emergono dati incoraggianti: il divario rispetto alle assunzioni del 2019 si è ulteriormente ridotto del 7,7% rispetto all’inizio dell’anno, quando il distacco era di 20 punti percentuali.

La fotografia di una ripresa generalizzata delle assunzioni emerge dal rapporto sull'andamento del mercato del lavoro redatto dall'Osservatorio della Provincia. «La crescita occupazionale maturata negli ultimi dodici mesi è già consistente – si legge -. Si traduce in un saldo positivo di poco meno di 3.500 posizioni di lavoro dipendente, generate in larga misura dalle costruzioni e dall’industria, col contributo costante del settore agricolo. Nel commercio e servizi, al cui interno esistono ampie divergenze settoriali, mancano ancora mezzo migliaio di posizioni ma la risalita dalla dinamica regressiva dei mesi passati è in corso».

«Le costruzioni nei primi quattro mesi dell’anno segnano un saldo occupazionale di 2.237 unità, il 65% dell’incremento occupazione del 202, in un momento dove l’aumento del costo delle materie prime e la necessità di reperire personale ne rallentano il rilancio dopo oltre 10 anni di crisi – commenta il segretario di Cisl Bergamo, Danilo Mazzola -. Cresce anche l’industria pur con l’automotive in fase di riorganizzazione, mentre il tessile e l’abbigliamento vivono ancora grosse difficoltà. L’agricoltura bergamasca, infine, dimostra di aver assunto dimensioni da settore importante».

Il saldo mensile netto è positivo (+656 posizioni) per il quarto mese consecutivo, così come il saldo cumulato da maggio dell’anno scorso. In aprile sono cresciute anche le cessazioni, 8.908 in tutto, ma meno intensamente delle assunzioni nella variazione sull’anno e riportandosi di poco sopra ai livelli di due anni fa (+1,7%).

Le assunzioni nei diversi settori

Come detto, a trainare la crescita del lavoro dipendente sono i macrosettori delle costruzioni (+2.237) e dell’industria (+1.439). Più modesto l’incremento dell’agricoltura (+295), mentre il commercio e servizi ha ancora un saldo negativo tra assunzioni e uscite (-518 posizioni).

L’intero comparto terziario al suo interno è estremamente sfaccettato e a pesare sono in particolare i bilanci negativi delle attività di alloggio e ristorazione, anche se le riaperture si sono tradotte a maggio in almeno 1.600 assunzioni, la metà con contratti di lavoro intermittente a tempo determinato. Ma soffrono anche le attività artistiche, sportive, di intrattenimento, dei servizi finanziari e di trasporto.

Crescono invece il supporto alle imprese, la sanità e l’assistenza sociale, i servizi d’informazione e comunicazione, le attività professionali scientifiche e tecniche e, per la prima volta da un anno a questa parte, il commercio all’ingrosso e al dettaglio.

Tipologie contrattuali

Ad aprile sono cresciute in modo consistente le posizioni in somministrazione (+3.089) e, su valori più modesti, quelle in apprendistato (+1.260), anche se ancora troppo poco utilizzato per il segretario di Cisl Bergamo, soprattutto «nella sua capacità di garantire ai giovani processi di formazione e inserimento lavorativo». Inoltre, nell’area esterna al lavoro dipendente si consolida la ripresa dei tirocini.

In calo progressivo il tempo indeterminato anche se mantiene un sado positivo (+1.265), mentre il tempo determinato è ancora negativo (-2.161) anche se sta recuperando rispetto alle variazioni pesantemente negative che si sono accumulate nel 2020.

Le cessazioni si sono riportate sui valori pre-Covid quando si tratta di contratti di apprendistato e a tempo indeterminato, oltre che nelle somministrazioni. I contratti a tempo determinato rispecchiano la stessa dinamica dei nuovi avviamenti, ancora al di sotto dei livelli normali, e l’aumento, sia sul 2020 che sul 2019, delle proroghe della loro durata.

«Il mercato del lavoro bergamasco evidenzia ancora una condizione d’incertezza condizionata da settori che ancora oggi soffrono in modo importante, come il tessile e parte dei servizi. La crescita del lavoro somministrato fa intendere l’incertezza ancora in atto e la cautela delle imprese a garantirsi un’occupazione più stabile - conclude Danilo Mazzola -. Da capire come impatterà nella nostra provincia lo sblocco dei licenziamenti per il settore manifatturiero con quasi 15 milioni di ore autorizzate di cassa ordinaria e straordinaria nei primi 5 mesi».

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