operazione "Camata"

Tratta di prostitute dalla Romania a Bergamo, usura e riciclaggio: 7 persone in carcere

Tre delle persone arrestate sono in Italia, le altre quattro in Romania. L’inchiesta è la prosecuzione dell’operazione “Bergamo”, grazie alla quale nel 2019 era stato smantellato un gruppo criminale che portava nella nostra provincia giovani ragazze costrette a prostituirsi

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Prestavano denaro con un tasso d’interesse del 30% mensile alle prostitute su cui avevano il controllo, ai loro compagni o protettori e ad altri connazionali, ottenendo in garanzia dalle vittime proprietà immobiliari e autoveicoli.

Questa mattina, martedì 30 giugno, sono finite in carcere sette persone, arrestate dai carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo su richiesta del sostituto procuratore Claudia Moregola della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia. Tre degli individui arrestati sono in Italia, gli altri quattro in Romania. Altre due persone sono state arrestate perché complici di una tratta di esseri umani volta alla prostituzione di giovani donne.

L’inchiesta è la prosecuzione dell’operazione “Bergamo”, grazie alla quale a giugno del 2019 era stato smantellato un gruppo criminale capeggiato da Constantin Adrian Murariu, già condannato a oltre 10 anni di reclusione, e attivo tra la Romania e la Bergamasca, che portava nella nostra provincia giovani ragazze poi costrette a prostituirsi in strada.

Nel complesso sono state identificate 20 vittime, tutte di nazionalità rumena. La maggior parte di queste giovani donne abitano in provincia di Bergamo, altre vivono stabilmente in Romania ed esercitano altre attività imprenditoriali. Nel caso delle prostitute sfruttate, i prestiti venivano richiesti sia per sopperire ai sistematici taglieggiamenti dei loro sfruttatori, sia per far fronte alle più elementari esigenze di vita.

Le indagini si sono concentrate sulla ricostruzione dei patrimoni illeciti accumulati dai vertici del gruppo che gestiva la tratta, scoprendo un’altra realtà criminale organizzata dedita all’usura, al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei soldi guadagnati con le attività illecite, oltre che all’intestazione fittizia dei beni acquistati investendo questi capitali per sottrarli a provvedimenti di sequestro e confisca da parte dell’autorità giudiziaria.

Il Gip di Brescia ha anche disposto, nei confronti degli indagati, il sequestro di 3 appartamenti e 2 garage in Romania, del valore complessivo di oltre 150 mila euro, 6 terreni agricoli in Romania da 55 mila euro e il saldo attivo su diversi conti correnti in Italia, Romania e Germania per un totale di circa 80.500 euro.

Altri due appartamenti e un garage in provincia di Bergamo, nei Comuni di Bonate Sopra e Seriate, del valore complessivo di oltre 300 mila euro, erano già stati sequestrati nel 2019, insieme a 40 mila euro in contanti.

L’organizzazione criminale

All’apice dell’organizzazione figurano Constantin Adrian Murariu e Rozalia Cosmina Fita, entrambi in carcere dal 2019. Ma figure a loro vicine sono risultate essere anche Mihaela Fita, madre di Rozalia e arrestata due anni fa in Romania per concorso nella tratta di una giovane connazionale, Florin Nicusor Botea, oltre ai familiari più stretti di Murariu: sua moglie Marinela Andreea, sua sorella Gabriela Hutanu e i suoceri Paul e Mariana. Questi ultimi, residenti in Romania, si dedicavano sia all’erogazione dei prestiti usurai, sia alla riscossione degli interessi, così come alle operazioni bancarie di riciclaggio e autoriciclaggio del denaro.

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