Danni ai raccolti, ai campi e ai canali: Mozzanica dichiara guerra alle nutrie
Il sindaco ha firmato un’ordinanza in cui chiede alla Provincia di poter utilizzare venti gabbiette per la cattura dei roditori, che saranno poi soppressi con «fucili ad anima liscia»
Scavano nel terreno, proliferano in modo quasi incontrollato, danneggiano le colture e i canali. Addirittura, mercoledì scorso, hanno interrotto per ore il traffico ferroviario del Cremonese avendo creato una grossa buca sotto tre traversine di un binario.
Il Comune di Mozzanica ha dichiarato guerra alle nutrie, emanando un’ordinanza in cui chiede alla Provincia di poter utilizzare venti gabbiette per la cattura dei roditori, sotto il controllo di operatori faunistici che, esclusivamente in ambito rurale, saranno autorizzati a sopprimerli usando «fucili ad anima liscia».
La precedente ordinanza, che risale al 2012, non permette l’uso delle gabbiette per la cattura, bensì consente di abbattere le nutrie utilizzando un piccolo fucile. Una prassi che però è contraria alla normativa vigente. «Il problema del proliferare delle nutrie ci colpisce direttamente - ha spiegato il sindaco Bruno Tassi ai colleghi di PrimaTreviglio -. Gli esemplari, purtroppo, stanno diventando tanti nei nostri corsi d’acqua con la conseguenza che stanno creando danni ingenti agli agricoltori e si stanno avvicinando sempre di più al centro abitato di Mozzanica».
Gli operatori faunistici incaricati di gestire e controllare le gabbiette saranno cacciatori opportunamente formati. Quel che si attende, ora, è il via libera da parte della polizia forestale. «Riceviamo lamentele dagli agricoltori perché i raccolti vengono distrutti dalle nutrie – aggiunge il primo cittadino -. Lungo i corsi d’acqua scavano gallerie che mettono in pericolo la stabilità dei terreni e diversi cittadini ci hanno già segnalato la presenza di nutrie vicino alle loro abitazioni».
Per stoccare le carcasse il Comune sta valutando l’installazione di un frigorifero nel centro di raccolta dei rifiuti. «È prevista anche la possibilità – conclude Tassi -, per gli operatori autorizzati, di smaltire le carcasse infossandole nelle zone di campagna a una profondità di almeno 40 centimetri e lontano da sorgenti e corsi d’acqua».