Ragazzi bergamaschi positivi al Covid in Spagna: costretti a dormire in spiaggia
Il tampone in aeroporto ha impedito loro di tornare, ma i Covid hotel sono pieni. Un padre: «Sono andato là in macchina, cosa potevo fare?»
di Angelo Bosio
«A quel punto che cosa potevo fare? Mio figlio era positivo al Covid, lo hanno scoperto al controllo in aeroporto, è rimasto bloccato a Barcellona, ha passato tre notti in spiaggia... allora ho preso l’auto e sono andato a recuperarlo. Mille chilometri di andata e mille di ritorno».
Sta succedendo a diversi ragazzi bergamaschi che hanno deciso di trascorrere le vacanze a Barcellona e in Costa Brava, dove il contagio Covid ha ripreso vigore soprattutto fra i giovani: al momento di tornare a casa arrivano in aeroporto e vengono sottoposti al tampone e molti di loro vengono trovati positivi. Scatta la quarantena di quattordici giorni, quindi non possono salire sull’aereo. Ma si apre un problema: dove trascorrere la quarantena? I pochi Covid hotel sono tutti pieni e non ci sta più uno spillo. I soldi sovente sono finiti... Una situazione che per taluni ragazzi è diventata drammatica. Ci sono genitori che hanno preso l’automobile e sono andati a recuperarli.
Come Giovanni Locatelli, che è andato a riprendersi il figlio Paolo: «Mio figlio ha passato tre notti sulla spiaggia, non aveva più soldi per mangiare, che cosa dovevo fare? Sono partito la mattina alle sei e ho fatto una tirata fino a Barcellona, mi sono fermato due volte per mezz’ora, e poi via. Sono arrivato in Spagna, ci siamo incontrati, siamo andati a mangiare perché Paolo non mangiava dal giorno prima. Abbiamo trovato un albergo e la mattina dopo siamo partiti. Stava benone, in realtà tanti giovani sono positivi perché vanno nelle discoteche, si infettano facilmente, ma non si ammalano, qualcuno ha avuto due linee di febbre, a quanto mi hanno detto, ma niente di grave. Però c’è la quarantena da rispettare...».