Consiglio comunale, disaccordi con la Lega: Ribolla e Gandi litigano sui social
Clima teso per la decisione di non dividere la discussione in due sedute, bagarre per i controlli sulle pubblicità sessiste
Una seduta difficile, quella di ieri (lunedì 26 luglio) del consiglio comunale di Bergamo. La Lega era già sul piede di guerra per la decisione di non dividere la discussione in due appuntamenti, per via delle numerose importanti questioni. Così i vari consiglieri comunali del partito d'opposizione hanno deciso di fare degli interventi che, a turno, occupassero tutto il tempo a loro disposizione.
Una tattica che ha provocato non pochi malumori nella maggioranza, con varie accuse di ostruzionismo e lo slittamento di alcuni degli argomenti più importanti, come lo spostamento del radiofaro per l'aeroporto di Orio al Serio e il bilancio di previsione con i 18 milioni di aiuti, provenienti dallo Stato, per l'emergenza Covid.
I primi disaccordi sono iniziati con la discussione del debito fuori bilancio, generato da due sentenze del Tar che condannano il Comune al pagamento di un totale di 3.400 euro, come risarcimento delle spese legali per una causa riguardante un dehor di via Guglielmo d'Alzano. Dalla Lega sono arrivate infatti le proteste per l'assenza del documento della sentenza e la richiesta di rinvio della seduta.
Arrivati ormai a sera, alle 21 si è passati alle modifiche del regolamento per la pubblicità, con l’introduzione del controllo su manifesti e cartelloni affidato all'Istituto autodisciplina pubblicitaria (Iap). L'obiettivo della maggioranza era quello di evitare le discriminazioni di genere, ma dai rappresentanti del carroccio sono arrivate perplessità sulle modalità di riconoscimento delle discriminazioni. Quando il provvedimento è passato e si è iniziato a discutere del bilancio, tutti loro, ad eccezione di Filippo Bianchi e Luisa Pecce, sono usciti dall'aula consigliare e hanno assistito in un'altra stanza da remoto alla seduta.
La faccenda però non è rimasta dentro Palazzo Frizzoni, proseguendo sui social con un post Facebook sul profilo personale di Ribolla, in cui denunciava come alla maggioranza, secondo lui, non interessasse il contributo dell'opposizione. Sotto a sorpresa il commento del vicesindaco Sergio Gandi: «Che pena: avete fatto ostruzionismo impedendoci di lavorare, poi - dopo avere generato un forte ritardo - ve ne siete andati per non dovere patire voi stessi le conseguenze della vostra condotta. Così ve ne siete andati a mangiare o a casa». La risposta di Ribolla non si è fatta attendere: «Noi abbiamo sempre proposto interventi chiari e sul tema (non leggendo libri come facevate voi), altro che ostruzionismo. Ma a noi le dittature non piacciono… forse a voi si».
Il litigio virtuale è poi andato avanti ancora con qualche scambio di commenti, assieme alle accuse di partigianeria, da parte del consigliere leghista, al Presidente del Consiglio comunale Ferruccio Rota.