L'escursione consigliata

Alla scoperta del lago Gelt, una gita per trovare il vero cuore delle Orobie

È una perla unica, incastonata tra le montagne più alte e severe. Situato a 2562 metri di quota, prende il suo nome dal dialetto bergamasco

Alla scoperta del lago Gelt, una gita per trovare il vero cuore delle Orobie
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di Angelo Corna

Spesso i luoghi più belli sono celati agli occhi degli escursionisti. Il lago Gelt è una perla unica, incastonata tra le montagne più alte e severe delle Alpi Orobie. Situato a 2562 metri di quota, prende il suo nome dal dialetto bergamasco: “selt” significa gelato, stato in qui versa per la maggior parte dell’anno. Durante la stagione estiva, e solo per poche settimane, il ghiaccio si ritira e il piccolo laghetto alpino si mostra in tutta la sua bellezza, rivelando una caratteristica forma a cuore.

Questo specchio d’acqua di origine naturale è racchiuso e protetto da severi guardiani, montagne che come attenti custodi sorvegliano un luogo che possiamo definire magico. Raggiungerlo significa compiere un viaggio, un’avventura che ci porterà fino al cuore delle Alpi Orobie.

1 - Il rifugio Curò
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2 - Il lago artificiale del Barbellino
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3 - Tratti di percorso
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5 - Il Lago di Malgina
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7 - Il Bivacco Aes, ex polveriera militare
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8 - Il Rifugio Aes e il piccolo laghetto della Cima
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9 - Il Lago Gelt, sullo sfondo il Pizzo del Diavolo di Malgina
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10 - Zoom sul lago
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La nostra escursione trova partenza dal borgo di Valbondione, marchiata dal segnavia Cai 305: il sentiero risale in direzione del famoso rifugio Curò, struttura che sorge alle pendici del lago artificiale del Barbellino, custode delle cascate del Serio.

Si sale inizialmente su strada sterrata e successivamente lungo la mulattiera che, uscendo dal bosco, continua con pendenza costante per piegare poi bruscamente verso sud e compiere diversi tornanti. Dopo aver incrociato il sentiero che proviene da Lizzola, si continua verso nord per raggiungere, dopo circa due ore di cammino, il rifugio Antonio Curò, posto a 1915 metri di quota.

Impossibile non concedersi una pausa: l'invaso artificiale, di un colore verde smeraldo, si mostra in tutta la sua bellezza. Gustata questa meraviglia, proseguiamo con chiare indicazioni verso il rifugio Barbellino e l'omonimo lago naturale, seguendo il segnavia Cai 308/324. Il sentiero continua il falsopiano lungo i resti di una vecchia mulattiera militare, costeggiando il nascituro fiume Serio. Tralasciato il bivio per la bellissima Val Cerviera (e i monti Tre Confini, Recastello e Gleno) raggiungiamo la capanna Ludwigsburg al Barbellino e il suo bellissimo lago, nelle cui acque si specchia il vicino monte Torena…

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